Buon sangue non mente. Se qualcuno nutrisse dubbi circa la validità di quest’antico proverbio, non dovrà fare altro che leggere queste righe dedicate ad una nuova formidabile coppia sportiva: i Marquez Bros, ovvero i fratelli Alex e Marc Marquez, nuovi Campioni del Mondo 2014 delle classi Moto3 e MotoGP di Motociclismo.
Marc, il maggiore dei due, abbiamo imparato a conoscerlo già nel 2010 quando ancora ragazzino – diciassette anni – già mostrava in sella alla sua Derbi la grinta di un veterano: subito titolo mondiale nella classe 125, bissato, ventiquattro mesi dopo, nella 250 di cilindrata. Dopo un 2013 al cardiopalma, che l’ha visto ancora trionfare dopo uno scontro serratissimo contro il connazionale Jorge Lorenzo – diventando, così, il più giovane iridato nella storia della massima categoria di motociclismo – è giunta la cavalcata vincente di questa stagione, conclusa con una superiorità a tratti imbarazzante: 10 successi nei primi dieci gran premi disputati (eguagliato il leggendario Giacomo Agostini) e tredici vittorie complessive, l’ultima delle quali pochi minuti fa, nella Comunità Valenciana, davanti a migliaia di suoi tifosi accorsi per applaudirlo e ai quali ha mostrato fiero la sua Honda ruggente. La tenacia di Valentino Rossi non è bastata per impensierire il nuovo fenomeno del motociclismo mondiale. Il Dottore ha comunque acciuffato il sospirato secondo posto mondiale: il primo degli umani, dunque, lui che di cose sovrumane è stato capace di farle, in passato.
Ma da oggi la famiglia Marquez può contare su una new entry: è il fratellino Alex, che in un appassionante finale di stagione, ha conquistato lo scettro iridato della Moto3. Marquez jr., diciotto anni, alla terza stagione da professionista, la prima in sella ad una Honda, è riuscito quindi a ritagliarsi un po’ di meritata gloria in quel di Valencia, prima di correre ad abbracciare suo fratello. Un “sogno incredibile”, quello coronato dall’enfant prodige, che il prossimo anno tenterà l’inevitabile salto di categoria: correrà in Moto2, prima di vederlo, immaginiamo nel giro di poco tempo, rivaleggiare nella classe regina con suo fratello.