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Nibali, il Tour de France e quel sogno olimpico…

Nibali, il Tour de France e quel sogno olimpico…

Un sogno chiamato Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016. A coltivarlo è Vincenzo Nibali, la stella del ciclismo azzurro che, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, proietta il proprio sguardo avanti nel tempo e coglie anche l’occasione per ripercorrere alcuni momenti significativi dell’annata appena trascorsa.

Una stagione, il 2014, certamente trionfale, che l’ha visto salire sul gradino più alto del podio dei Campi Elisi, sedici anni dopo l’ultimo trionfo targato Marco Pantani. Un Tour de France ampiamente dominato, giunto dopo la positiva sorpresa della maglia tricolore conquistata al Campionato Nazionale – Trofeo Melinda.

Eppure, il 2014 non è stato tutto così roseo, rivela, per via dei momenti di difficoltà incontrati soprattutto nella prima parte di stagione. Poi “la fortuna è girata” e così sono arrivate le grandi soddisfazioni. Ripetersi non sarà affatto facile nel 2015 e lo Squalo dello Stretto ne è ben consapevole, ma il lavoro in vista della prossima Grande Boucle è già cominciato e l’obiettivo sarà essere al top per l’appuntamento. Tuttavia, precisa, il Tour è certamente un obiettivo importantissimo, ma non bisogna “omettere altre corse” di rilievo.

Nella mente del campione italiano vi sono poi le Olimpiadi di Rio 2016. Il percorso proposto appare davvero “complicato”, per sua stessa ammissione, tuttavia ben si adatta alle sue caratteristiche. Pertanto l’idea è quella di prepararsi bene per il grande evento. Ricordiamo che l’ultimo oro olimpico vinto dall’Italia – tra le nazioni più  medagliate nel ciclismo – risale al 2004, quando Paolo Bettini, in quel di Atene, fece un numero sensazionale, andando a prendersi la meritatissima medaglia d’oro.

Una battuta il leader dell’Astana la riserva anche in merito alla candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024, sessantaquattro anni dopo Roma 1960. Sarebbe “un’eccezionale vetrina per la nostra nazione”, riflette, pur consapevole che, in quell’occasione, lui stesso avrebbe trentanove anni, dunque difficilmente sarebbe al via del più importante evento sportivo al mondo.

In ogni caso, conclude il vincitore della tripla corona, sarebbe “un’occasione unica” per lo sport italiano per migliorare le infrastrutture, con risvolti positivi anche per l’economia.

 

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