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Premier, maxisqualifica dopo gli sputi in campo

Il calcio può anche non essere uno sport edificante. Gli esempi negativi, negli ultimi anni, si sono moltiplicati quasi in maniera esponenziale. Finché succedono sui campi di periferia, vengono quasi (e a torto) derubricati come eventi marginali. Ma quando accadono in Premier League, beh, il discorso cambia eccome. Anzi, si amplifica di molto.

E così, nel capitolo “ignoranze del mondo del calcio” si aggiungono quelle inscenate da Papiss Cissè e Jonathan Evans, rispettivamente attaccante del Newcastle e centrocampista del Manchester United, che mercoledì sera, durante Newcastle-Man Utd, finita 0-1 per i Devils, si sono presi letteralmente a sputi.

Almeno stando alle immagini, pare che dopo uno scontro di gioco, Evans abbia sputato contro l’avversario, provocandone una dura (e uguale) reazione. La FA aspettava il referto dell’arbitro Taylor per prendere provvedimenti, e ora è arrivata la maxisqualifica per entrambi: sette giornate a Cissè, sei a Evans.

Il calciatore senegalese è in effetti un recidivo, visto che già a dicembre era stato espulso dopo una violenta gomitata a Coleman dell’Everton. L’attaccante bianconero ha tenuto a scusarsi contro tutti, spiegando che ha sentito di dover reagire a un fatto per lui molto sgradevole. Evans, dal canto suo, ha negato categoricamente ogni sputo, ammettendo piuttosto che Cissè può aver reagito per la sua entrata, e ha seccamente smentito qualsiasi gesto di una tale gravità.

Ora, al di là delle vere responsabilità e delle scuse – più o meno – lecite di entrambi i giocatori, la bruttezza del gesto resta. Ma la Football Association ha preso i giusti provvedimenti sulla vicenda: le squalifiche, contemperate allo spiacevole episodio, sono comunque eloquenti e lasciano spazio a una riflessione sulla materia in cui il calcio si sta trasformando: teatro degli istinti più turpi e delle zuffe più animalesche.

Il football ne esce in modo tutt’altro che edificante.

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