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Tirreno-Adriatico, colpo doppio di Poels

Tirreno-Adriatico, colpo doppio di Poels

Colpo doppio di Wout Poels: l’olandese del Team Sky si impone in solitaria a Castelraimondo, dove è posto il traguardo della quarta tappa della Tirreno-Adriatico 2015, e diventa anche la nuova maglia azzurra.

Sotto un cielo parzialmente coperto parte la frazione, in orario anticipato rispetto ai giorni precedenti per via del lungo chilometraggio previsto. Dopo diversi tentativi andati a vuoto sono due corridori della Orica-GreenEDGE a centrare la fuga giusta, Luke Durbridge e Matthew Hayman. Il gruppo lascia fare, con la BMC del leader Greg Van Avermaet a controllare, e i due compagni di squadra arrivano ad un vantaggio di sette minuti.

Come prevedibile, è la doppia ascesa al Crispiero a risultare decisiva. Ripresi i due battistrada, lungo la prima scalata si forma un terzetto composto da Michele Scarponi (Astana), Giovanni Visconti (Movistar) e Julien Arredondo (Trek), ripresi qualche chilometro più avanti.

Ai piedi della seconda ascesa, poi, il leader della generale Greg Van Avermaet si stacca assieme a molti altri atleti. Poco prima della cima è Wout Poels (Team Sky) a scattare, facendo subito il vuoto e controllando alla grande in discesa: il traguardo di Castelraimondo è suo, con 14″ secondi di vantaggio sul gruppetto dei migliori regolato da Rigoberto Uran (Etixx-QuickStep) su Joaquin Rodriguez (Katusha).

Due gli italiani in top ten: Rinaldo Nocentini (Ag2R La Mondiale) e Giampaolo Caruso (Katusha), giunti rispettivamente in quinta e settima posizione nel gruppetto dei migliori. Arriva coi primi anche Alberto Contador (Tinkoff-Saxo), mentre paga 7″ Vincenzo Nibali (Astana), rimasto attardato in salita.

Con Van Avermaet in ritardo di 2 minuti, la nuova classifica generale vede ora Poels davanti a tutti: secondo è Uran a 17″, seguito da Steven Cummings (Sky) a 26″. Vincenzo Nibali è nono a 31″, seguito dal Pistolero un secondo più dietro.

Qui gli ultimi due chilometri di corsa, con l’assolo di Poels.

Domani la frazione regina, la Esanatoglia – Terminillo, di 197 km. L’ascesa finale, più volte affrontata anche al Giro d’Italia, presenta pendenze non impossibili ma costanti (7.3% di pendenza media). La lunghezza, 16 km, creerà certamente problemi a molti corridori del gruppo. Qui, chi avrà le gambe, potrà mettere un’ipoteca sulla vittoria finale.

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