E sono tre. Dopo i successi del 2006 e del 2014, Alejandro Valverde conferma il suo grande feeling con la Freccia Vallone, seconda Classica delle Ardenne, aggiudicandosela per la terza volta in carriera. Lo spagnolo della Movistar è stato il più forte sul mitico Muro di Huy, rispedendo alle sue spalle la concorrenza, a partire da Julien Alaphilippe e Michael Albasini.
Si diceva che le variazioni introdotte al tracciato dovessero servire, secondo le intenzioni degli organizzatori, a rendere ancor più selettiva la corsa e a non riporre, magari, tutte le aspettative sul muro di Huy. Ed invece è stato proprio quest’ultimo, ancora una volta, il giudice inappellabile di una gara che ha visto il gruppo arrivare di fatto compatto ai suoi piedi, fino allo scatto decisivo – ai meno 200 metri – dello scalatore iberico che ha tagliato il traguardo a braccia alzate.
A tre giorni dalla Liegi, Valverde si presenta al via della Decana da favorito numero uno: “Mi sentivo molto bene oggi – sono le sue parole – e poi amo le Classiche delle Ardenne. Domenica andrò alla Liegi per fare bene, ma sono già felice al di là del risultato che arriverà”. I suoi avversari, comunque, non staranno di certo a guardare, a partire dai giovani Julian Alaphilippe e Tim Wellens: il primo, a ventitré anni, dopo essere giunto settimo qualche giorno fa all’Amstel, si migliora, piazzandosi sul gradino d’onore e dando prova delle sue indubbie qualità che avremo modo di apprezzare negli anni avvenire. Stesso discorso dicasi per il ventiquattrenne belga, che abbiamo già ammirato lo scorso anno al Giro d’Italia e che, mese dopo mese, sta acquistando quella maturità che lo renderà un avversario ostico in molte prove: il suo sogno di aggiudicarsi la Freccia con una splendida azione da finisseur è svanito a meno di un chilometro al traguardo, ma avrà tempo e modo di rifarsi.
E restando in Belgio, tanta sfortuna per Philippe Gilbert e Daniel Martin, incappati in una caduta e costretti al ritiro. Il pubblico spera di vederli al meglio domenica prossima nell’ultima classica di primavera.
E siamo certi che alla Doyenne si farà rivedere anche Michal Kwiatkowski, vincitore dell’Amstel, che oggi è mancato all’appello. C’è chi parla di delusione, ma non sono certo quelle pendenze a valorizzare le qualità del campione iridato, dunque era lecito aspettarsi di trovarselo al traguardo di Huy in posizioni più arretrate. Chi invece ha deluso le aspettative è certamente Joaquin Rodriguez che, malgrado il quarto posto finale, non è mai parso nella condizione di poter contrastare il suo connazionale, sebbene si trovi ben a suo agio quando la strada si inerpica così bruscamente.
Un applauso per Rinaldo Nocentini, il più anziano oggi in gruppo coi suoi 37 anni, eppure primo degli italiani (dodicesimo), che comunque non hanno sfigurato – da non favoriti – sulle strade belghe. A cominciare da Daniele Ratto, in fuga sin dalla prima ora, e Giovanni Visconti, che ha fatto tanto lavoro sporco per il suo capitano Valverde. Ci hanno provato anche i due azzurri dell’Astana Vincenzo Nibali e Michele Scarponi: entrambi in crescita, ma dovranno ancora progredire nella condizione fisica prima di poter puntare a traguardi ambiziosi.
Top 10: 1 Alejandro Valverde 2 Julian Alaphilippe 3 Michael Albasini 4 Joaquin Rodriguez 5 Daniel Moreno 6 Alexis Vuillermoz 7 Sergio Henao 8 Jakob Fuglsang 9 Tom Jelte Slagter 10 Wilco Kelderman 12 Rinaldo Nocentini 15 Enrico Gasparotto 18 Michele Scarponi 20 Vincenzo Nibali
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