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Coppa Italia: Juventus-Lazio 2-1, è la Decima per i bianconeri

Coppa Italia: Juventus-Lazio 2-1, è la Decima per i bianconeri

E alla fine la Decima arrivò. Vent’anni dopo l’ultima Coppa Italia, conquistata da Lippi nel ’95 nell’annata che portò pure allo scudetto, la Signora si riprende la Coppa.

Juventus-Lazio finisce 2-1 in un Olimpico vestito a festa e sportivissimo, e regala ai bianconeri la soddisfazione della “stellina d’argento”.

È stata una partita tiratissima e intensa, giocata in 120’ di agonismo e sudore, con la Lazio degnissima avversaria di una Juventus che ha confermato, ancora una volta, di essere la più forte in Italia.

I biancocelesti però non sono stati da meno, e hanno giocato a viso aperto per tutti i 120’, specie nella prima mezz’ora, mettendo sotto una Juve svogliata e imprecisa.

A segno nei tempi regolamentari sono andati i due capitani per una notte: Stefan Radu (sua la fascia visto che Mauri era in panchina) ha sbloccato al 4’ di testa su punizione; dall’altra parte l’altro capitano Giorgio Chiellini (Buffon era in panchina) l’ha pareggiata all’11’ in spaccata su azione da calcio di punizione.

Curioso e significativo che i due marcatori dei primi 90’ siano stati i due capitani, e difensori, di Lazio e Juventus. Un giusto merito per entrambi i reparti, che hanno giocato una partita sontuosa dall’una e dall’altra parte.

Poi, dopo 90’ di apparente equilibrio, con la Juventus che era pure andata in gol con Matri all’87’ annullato però per fuorigioco molto sospetto, sono arrivati i supplementari: un’altra mezz’ora di passione e sofferenza per entrambe le squadre.

Alla fine ha prevalso la tenuta fisica e la fortuna della Juventus: sì, perché su quel tiro di Djordjevic nel primo tempo dell’extra time il doppio palo è stato un capitolo tremendo della partita, uno di quei segni che lasciano la scia nella storia di un match.

Subito dopo, a confermare la legge spietata del calcio “gol mangiato, gol subito”, la Juve ha messo la freccia e allungato i tentacoli sulla Decima: merito di Alessandro Matri, uno che due stagioni fa era andato via – anche inspiegabilmente – era tornato questo gennaio mezzo rotto da Genoa e, con una manciata di minuti nelle statistiche, è risultato decisivo per la conquista della Coppa nazionale.

Matri è davvero stato l’uomo in più di un gruppo, quello di Allegri, già solidissimo e straordinario: una riserva con le caratteristiche e i numeri del titolare (così come tanti altri: Pereyra, Ogbonna, Padoin ecc.) in mezzo a una squadra di campioni. Il Mitra è stato l’eroe di Coppa: 2 gol tra semifinale di ritorno e finale lo hanno trasformato nell’uomo del destino.

Applausi alla Juventus dunque, ma onore anche a questa Lazio, coraggiosa atletica e disposta al sacrificio: la squadra che Pioli è riuscito a plasmare ha mostrato ancora una volta di essere squadra ostica, difficile da affrontare, con tante frecce nella propria faretra.

Non è un caso, dunque, che i biancocelesti siano arrivati in finale di Coppa Italia e siano ancora impegnati nella lotta al posto diretto Champions insieme alla Roma. Già, proprio la Roma: lunedì ci sarà il derby verità. Per i ragazzi di Pioli ora è vietato sbagliare.

Dopo che la Coppa è fuggita in direzione Torino: la decima, nella bacheca della Juventus.

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