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Olimpiadi 2024, ufficiali le candidature: quattro città sfidano Roma

Olimpiadi 2024, ufficiali le candidature: quattro città sfidano Roma

Il termine ultimo del 15 settembre è scaduto e sono state così ufficializzate dal Comitato Olimpico Internazionale le città candidate ad ospitare le Olimpiadi 2024. A farsi avanti sono in cinque: Roma, Parigi, Amburgo, Budapest e Los Angeles. Quattro europee ed una americana, dunque. Vediamole una ad una.

ROMA. L’appoggio ufficiale degli enti amministrativi è arrivato pochi giorni fa, dunque via alla macchina organizzativa – presieduta da Luca Cordero di Montezemolo – per portare i Giochi Olimpici nella Città Eterna per la seconda volta dopo l’incantevole edizione del 1960. Punto a favore, il magnifico scenario della capitale, con le sue incommensurabili bellezze storiche e naturali; punto contrario, i numerosi scandali politici che hanno investito e continuano ad investire la città ed il Paese intero negli ultimi mesi, che potrebbero pesare come un macigno per la nostra immagine all’estero.

AMBURGO. Ha superato la concorrenza della capitale Berlino, la città situata nel nord della Germania. Il forte peso politico riconosciuto al Paese è certamente un punto di forza, ma dall’altra parte la città ha tradizione quasi nulla nel campo dell’organizzazione di eventi di tale portata e non ha le stesse attrattive geografiche che possono avere le altre contendenti.

BUDAPEST. Sulla carta economicamente meno evoluta rispetto alle altre, da non sottovalutare la capitale dell’Ungheria, che può contare su impianti tecnologicamente molto avanzati – come quelli del nuoto, già pronti per ospitare i Mondiali 2017 – e su una già dichiarata organizzazione low cost. Le bellezze storiche di certo non mancano, ma ciò che potrebbe sfavorire i magiari è la situazione politica poco stabile, per via delle idee estremiste del governo centrale, che cozzano con lo spirito multiculturale e multietnico promosso dal Cio.

PARIGI. Parte con il rango di favorita, la metropoli francese, che vorrebbe tornare ad ospitare il grande evento a 100 anni esatti di distanza dall’ultima volta. Peso politico, unità di intenti governo-popolazione e fascino storico-culturale potrebbero risultare decisivi per la scelta finale, ma la situazione potrebbe cambiare se, alle prossime presidenziali, dovesse tornare in campo Nicolas Sarkozy, che ha già dichiarato la sua volontà di puntare maggiormente su Expo 2025, anziché sulle Olimpiadi.

LOS ANGELES. Il meccanismo di rotazione in atto ormai da diversi anni al Cio vorrebbe che ad ospitare l’evento a cinque cerchi che si terrà tra nove anni sia una città del Vecchio Continente (essendo i Giochi del 2016 assegnati ad un’americana, Rio, e quelli del 2020 ad un’asiatica, Tokyo). Ed è proprio questo il punto più a sfavore. Ma dagli Stati Uniti ci  provano: dopo la rinuncia di Boston prima e Toronto (Canada) poi, è la metropoli che si affaccia sul Pacifico a farsi avanti, forte di ben due organizzazioni (1932 e 1984), degli impianti già quasi del tutto pronti e di un potere forte mediatico.

La scelta ufficiale ci sarà durante il 130° Congresso del Cio che si terrà a Lima (Perù) nel settembre 2017.

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