Lampre-Merida, anno roseo dei blufucsia. Il bilancio di Brent Copeland

Divisa blufucsia, stagione rosea. È senz’altro positivo il bilancio della Lampre-Merida al termine di questo 2015: 29 successi e 63 podi complessivi dimostrano come la squadra, pur con un budget certamente inferiore di tanti team WorldTour, si sia ben difesa e abbia mostrato il proprio valore ovunque.

Una serie di vittorie cominciata col Trofeo Laigueglia targato Davide Cimolai lo scorso febbraio e terminata con la prima affermazione in una corsa a tappe di Sacha Modolo al Tour of Hainan ad ottobre. Nel mezzo, brillano in particolare le perle nei tre Grandi Giri stagionali.

Ciò che contraddistingue la stagione del team italiano è infatti l’aver lasciato il segno nelle tre grandi corse a tappe (soltanto altre quattro formazioni sono riuscite a fare altrettanto, ovvero Astana, Bmc, Katusha, Team Sky e Tinkoff-Saxo): dal Giro d’Italia con quattro splendide vittorie a firma di Jan Polanc, Diego Ulissi e Sacha Modolo (2) passando per il Tour de France con l’assolo di Ruben Plaza, fino alla grande fuga coronata da Nelson Oliveira alla Vuelta a Espana.

Non può che essere soddisfatto, dunque, il general manager Brent Copeland, che sottolinea come i 29 successi siano arrivati da ben 15 corridori diversi. “Siamo una squadra“, esclama orgoglioso del gruppo che dirige da due anni.

Due atleti, tuttavia, hanno parzialmente deluso le attese. Il primo è senza dubbio Alberto Rui Costa, sul quale ultimamente si è lavorato per renderlo maggiormente competitivo nelle corse a tappe, senza però ottenere l’esito sperato. Si ritornerà al passato, dunque, per quanto concerne il corridore portoghese: saranno cerchiate in rosso le Classiche, in particolare quelle delle Ardenne, per poi concentrarsi sul Tour e prepararsi al meglio per i Giochi Olimpici di Rio 2016, “alla sua portata”.

Il secondo è Sacha Modolo, che ha regalato alla squadra il maggior numero di vittorie – sei, tra le quali le due preziosissime al Giro d’Italia, in cui in passato non era ancora riuscito ad imporsi – ma ha mancato, per sua stessa ammissione, gli altri appuntamenti della stagione, bloccato da diversi problemi fisici. Nel suo caso, comunque, le motivazioni sono tante: “Ha voglia di fare due grandi giri. Abbiamo parlato di Giro e Tour: non è facile, ma è anche vero che più corre e meglio va”.

E cosa dire sulla stagione di Diego Ulissi? In occasione della sua vittoria al Giro nella tappa di Fiuggi avevamo titolato “L’odissea è finita” per sottolineare la fine del suo calvario successivo alla sua discussa squalifica. “Al Mondiale e al Lombardia è mancato un po’ – osserva il manager sudafricano – Vorremmo riuscire a portarlo più sulle Ardenne e sulle gare di una settimana […] poi al Giro può andare sulle tappe”.

Ed ora si ragiona in chiave 2016, ancora nel segno delle nuove leve. Aspettando i vari Simone Consonni, Edward Ravasi e Filippo Ganna, sotto contratto per l’anno seguente, da subito vedremo nelle file della formazione della famiglia Galbusera Louis Meintjes e Matej Mohoric. “Abbiamo puntato molto sui giovani”, dettaglia Copeland, citando i vari Jan Polanc (vincitore della quinta tappa del Giro sull’Abetone) e Luka Pibernik (campione nazionale sloveno) che già quest’anno hanno dato segnali positivi.

Il ventitreenne sudafricano Meintjes sarà principalmente impegnato tra Ardenne e Tour, per poi concentrarsi nelle stagioni successive sulle corse a tappe; il ventenne sloveno Mohoric, dopo i due difficili anni di ambientamento tra i professionisti in maglia Cannondale, vorrà finalmente dimostrare le sue grandi doti già evidenziate nelle categorie giovanili.

Infine il carattere sempre più globale – per esigenze di marketing – della Lampre. Dopo Eritrea (Tsgabu Grmay), Cina (Xu Gang) e Taiwan (Chun Kai Feng), ecco la rappresentanza del Giappone con l’esperto Yukiya Arashiro. “È un corridore molto serio. Sarà un buon appoggio per Rui Costa e Ulissi, oltre ad avere i suoi spazi”, conclude.