Un’altra stagione e poi addio alla Tinkoff. Il patron della squadra russa, Oleg Tinkov, ha infatti confermato a Cyclingnews l’intenzione, già manifestata da tempo, di voler chiudere con la sponsorizzazione della squadra WorldTour e di lasciare il ciclismo agonistico.
Un’avventura durata 5 anni, quella della formazione WorldTour russa (inizialmente in appoggio alla Saxo Bank), durante i quali sono stati investiti 60 milioni di euro. Due i motivi che hanno indotto l’istrionico manager russo a tale decisione. Il primo è dovuto al raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’azienda all’inizio di questo ciclo in termini di marketing.
Il secondo, che più stata cuore a Tinkov, è la consapevolezza che “nessuno vuole collaborare con me e aiutarmi a cambiare il modello di business” che è alla base del ciclismo. Ricordando di aver lottato, nel corso degli ultimi tre anni, tanto con l’Unione Ciclistica Internazionale, quanto con organizzatori come l’Aso, per cercare nuovi introiti ( a partire dalla vendita dei diritti televisivi) che possano spingere gli investitori a puntare su tale sport ed avere in tal modo guadagni, il quarantottenne imprenditore afferma di non aver trovato in questa battaglia nessuno disposto a stare al suo fianco.
“Mi sento un po’ come Don Chisciotte: se nessuno vuole aiutarmi, allora che vadano tutti a quel Paese!“, dichiara come al solito senza peli sulla lingua. Secondo Tinkov, infatti, non è poi così difficile risolvere i problemi che oggi attanagliano il ciclismo: basterebbe, ad esempio, rilasciare le licenze quinquiennali e non triennali come l’Uci vuole, perché in tal modo si garantirebbe stabilità duratura alle squadre.
Sarebbe opportuno, poi, dar vita ad un ciclomercato analogo a come avviene nel calcio: “Se volessi vendere Peter Sagan – nota ancora – potrei farlo e guadagnare dei soldi”. “Io sono un uomo d’affari, abituato a progettare su tempi molto lunghi, ma qui nessuno guarda al di là dei dodici mesi, conclude sconfortato.
Intanto è già stato dato l’incarico all’amministratore delegato del team, Stefano Feltrin, di adoperarsi per andare a caccia di nuovi sponsor che possano prendere il posto della banca russa.