Accompagnati dal commissario tecnico Davide Cassani e dall’allenatore Astana Paolo Slongo, quattro azzurri hanno avuto modo di effettuare una ricognizione sul percorso che dovranno affrontare alle Olimpiadi di Rio 2016. Si tratta di Vincenzo Nibali, Fabio Aru, Valerio Agnoli e del cronoman Adriano Malori, che al termine dell’esplorazione sono tutti concordi nel dire di trovarsi di fronte ad un tracciato davvero impegnativo che metterà a dura prova tutti.
Cosa dovranno affrontare i corridori? Ben 256 km contraddistinti da un dislivello complessivo superiore ai quattromila metri. Due saranno i circuiti che comporranno la gara: il primo, di 25 km e con un tratto di pavé, prevede la scalata a due salite, la prima delle quali presenta 1 km al 17% di pendenza; il secondo con una salita di 8,5 km, una pendenza media superiore al 10% e 450 metri di dislivello, a cui segue una discesa molto ripida.
Il primo ad esprimersi in merito a ciò che ha visionato è Vincenzo Nibali. La durezza del percorso sorprende in primis lo Squalo, che non esita a definirlo “duro” anche per gli stessi scalatori. “Il circuito finale è veramente impegnativo e la discesa finale è tecnica“, analizza il campione italiano, pur consapevole di aver tutte le caratteristiche per regalare all’Italia l’ennesima gioia. Gli fa eco Fabio Aru, che ha giudicato il tracciato “più duro di quanto mi aspettassi“.
Il primo a dire la sua è stato però Adriano Malori, interessato in particolare alla cronometro che si svolgerà sul primo dei due circuiti. “Duro” è il termine utilizzato anche dal parmense della Movistar, che fa notare come non ci siano tratti dove poter rilanciare e quindi fare la differenza. “Sarà fondamentale andare forte in salita come mai ho fatto in vita mia” conclude il vicecampione iridato, conscio che, probabilmente, i favoriti saranno comunque altri, a partire dallo stesso Chris Froome indicato anche da Cassani.