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Coppa Italia, Alessandria-Milan 0-1: rossoneri sciuponi, grigi stoici
Milan-Alessandria, l'andata all'Olimpico

Coppa Italia, Alessandria-Milan 0-1: rossoneri sciuponi, grigi stoici

Stavolta il miracolo grigio non arriva ma non fa niente: Alessandria-Milan, semifinale d’andata di Coppa Italia, finisce 0-1. Tutto rinviato a marzo a San Siro.

Comunque vada, per l’Alessandria è stato un successo che si va ad aggiungere alla storia del glorioso club piemontese: ventimila infatti sono stati i tifosi alessandrini che hanno assiepato l’Olimpico di Torino, per una sfida da leggenda che non poteva essere ospitata al Moccagatta – stadio troppo piccolo per far arrivare il grande Milan…

Ebbene, Morero, Loviso, Bocalon e tutti gli altri, nonostante il risultato finale, possono dirsi soddisfatto: i Grigi hanno retto, e bene, all’urto della sfida contro un Milan tutt’altro che spettacolare, che è andato di nuovo a fiammate e denunciando la consueta abulia nella costruzione del gioco e sottoporta.

Se Mihajlovic si aspettava delle risposte positive per il derby di domenica, è rimasto a dir poco deluso: i rossoneri continuano a essere involuti: Luiz Adriano immobile, Balotelli al solito svogliato, José Mauri e Poli a centrocampo incapaci di nuocere agli avversari così come Boateng sulla sinistra.

Insomma, tanto materiale da rivedere in casa-Milan. Complice anche un’Alessandria che ha tenuto benissimo il campo specie nella prima parte di gara, alzando il pressing e non disdegnando qualche riuscita in contropiede.

Peccato solo per gli uomini di Gregucci la palla persa a centrocampo e la ripartenza del Milan che ha procurato il fallo da rigore di capitan Morero su Antonelli (penalty solare) e la trasformazione impeccabile del SuperMario più discusso del reame al 43’.

Una doccia gelata che certo non ha condizionato le migliaia di tifosi grigi presenti in un Olimpico intirizzito dal freddo ma non dal calore dei supporter arrivati dalla provincia.

Anche nel secondo tempo, d’altronde, il Milan è stato poca cosa, sprecando l’inverosimile prima con Honda – tiro addosso al terzino Sabato a porta spalancata – e poi col palo di Niang.

Poi, da parte grigia, è entrato l’eroe di Coppa Bocalon, e i rossoneri non che abbiano tremato ma sono quasi stati in apprensione fino alla fine, con un’Alessandria coraggiosa e stoica nella sua corsa e nella sua disposizione al sacrificio e uscita stremata, ma fra gli applausi, di una gara che per lei e la città intera ha fatto la storia.

Storia a cui il Milan spera di riscriversi centrando almeno la finale di Roma: lo 0-1 di ieri li mette a un terzo dell’opera. Pretendere che sia alla metà, un Milan del genere, forse è troppo.

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