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Serie A, 22ᴬ: Milan-Inter 3-0, il Diavolo manda all’inferno Mancini
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Serie A, 22ᴬ: Milan-Inter 3-0, il Diavolo manda all’inferno Mancini

Notte da urlo per Mihajlovic: Milan-Inter finisce 3-0 e il suo Diavolo spedisce all’inferno i nerazzurri di Roberto Mancini. La zona Champions è più vicina.

I rossoneri le azzeccano tutte, nella serata che regala sogni europei dopo una stagione parecchio precaria: il Milan va a –5 dall’Inter e a -6 dal terzo posto, e lo fa demolendo letteralmente i rivali cittadini. Dopo ben 7 derby fatti di 1-0, 0-0 e 1-1 è la vittoria più larga, e Mihajlovic vive il punto più alto della sua panchina rossonera.

Comunque andrà a finire la stagione, questo derby ha regalato al tecnico serbo una notte da ricordare. C’è chi ricorda, e chi deve dimenticare, subito e per evitare guai più grandi. Roberto Mancini imbocca le scale degli spogliatoi ben prima della fine della partita, espulso da Damato per proteste.

Beccato dalle telecamere mentre tende il dito medio verso la tribuna rossonera – lui che qualche settimana fa polemizzava con Sarri nella lite di Coppa di Napoli-Inter – il tecnico jesino sembra aver smarrito il filo della ragione: squadra senza munizioni, disorganizzata a centrocampo e con una difesa imbarazzante.

L’Inter va sotto, si sfalda dopo il palo colto da Icardi – subentrato – su calcio di rigore calciato sull’1-0 e non torna più in partita. L’involuzione nerazzurra è completa: si conclude un gennaio a tinte fosche. E, per tornare a correre verso l’Europa, bisognerà davvero invertire la rotta immediatamente.

Il Milan firma invece la serata perfetta sovrastando gli avversari in tutti i fondamentali, giocando col cuore e con la testa. E di testa infatti arriva la rete che spacca la partita al 35’: cross di Honda dalla destra, la difesa dell’Inter gioca alle belle statuine e con stacco imperioso Alex svetta in testa a Santon. È il secondo gol stagionale, ma soprattutto l’1-0 di marca milanista.

Nella ripresa subito brividi: Donnarumma liscia un rinvio, sullo svarione si proietta Eder (subito dentro dal 1’) che cade dopo il contatto – anche se il portiere è il primo ad arrivare sulla palla; sembrerebbe, se non rigore, almeno punizione a due, e invece Damato non fischia nulla. Mancini protesta troppo e viene allontanato.

La partita si accende ancora di più; l’Inter seppure senza cognizione di causa si spinge in avanti, il Milan si affida ai contropiede. poi al 25’ il fatto che può riaprire il match: Icardi calcia su Donnarumma, sulla respinta Maurito si avventa sul pallone ma Alex lo stende. È rigore: dal dischetto però l’argentino continua la sua maledizione (zero gol nel derby) calciando sul palo.

Sulla panchina e sugli spalti rossoneri è il tripudio: Miha e giocatori esultano come se avessero segnato, in tribuna qualcuno (di molto importante…) non sta più nella pelle. E il classico adagio “gol mangiato, gol subito” colpisce ancora: Niang affonda al 28’, palla in mezzo e Bacca in spaccata fa 11 gol personali in campionato e soprattutto il 2-0.

Poco dopo arriva anche il tris rossonero: Bonaventura ruba palla sulla trequarti e suggerisce per l’accorrente francesino; Handanovic respinge la prima volta, non la seconda. L’Inter sprofonda all’inferno (e bisognerà ritrovare presto la retta via smarrita); il Milan invece prende l’ascensore verso il paradiso.

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