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Katusha, nessuna sospensione dall’Uci

Katusha, nessuna sospensione dall’Uci

Sospiro di sollievo nel Team Katusha. La formazione WorldTour russa ha fortemente rischiato di vedersi comminata una sospensione dalle corse per via di una doppia positività che ha riguardato due suoi atleti in organico, ma è stata infine graziata dall’Uci.

Dopo il caso Luca Paolini, risalente allo scorso luglio e per il quale si attendono ancora risposte circa il suo possibile ritorno alle corse, è giunto pochi giorni fa quello di Eduard Vorganov, trentatreenne atleta professionista dal 2005. È stato un anti ischemico, il meldonium, nell’elenco delle sostanze proibite dal 1 gennaio di quest’anno, a mettere nei guai il corridore, che ha già chiesto le controanalisi, ma è stato immediatamente sospeso dalla sua squadra.

Ebbene, secondo il regolamento Uci, la riscontrata positività di due corridori nell’arco di dodici mesi può valere una sospensione dalle corse dai 15 ai 45 giorni. È quanto successo alla Androni-Sidermec lo scorso settembre: il team di Gianni Savio ha dovuto rinunciare ad una parte fondamentale del calendario per le positività di due suoi atleti (Appollonio e Taborre, ndr), con danni sportivi, economici e d’immagine di primaria importanza.

Nel caso della Katusha, la commissione disciplinare dell’Unione Ciclistica internazionale incaricata di seguire il caso ha ritenuto opportuno non apportare sanzioni, che risulterebbero “inappropriate e sproporzionate”, in quanto la positività della cocaina da parte di Paolini non risulta finalizzata al miglioramento delle prestazioni sportive: la squadra non ha responsabilità, in pratica, se un proprio atleta decide di assumere droga per motivi personali.

Katusha salva, dunque, e Alexander kristoff può guardare con maggiore serenità alla stagione delle Classiche ormai alle porte.

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