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Giro 2016: l’emozione di Ciccone, l’altruismo di Brambilla. E Landa…
Bob Jungels e Gianluca Brambilla. Foto: ANSA - PERI / DI MEO / ZENNARO

Giro 2016: l’emozione di Ciccone, l’altruismo di Brambilla. E Landa…

Tanti  spunti di riflessione ha regalato la tappa 10 del Giro d’Italia 2016, conclusa con la vittoria, sul traguardo di Sestola, di Giulio Ciccone e con la conquista della maglia rosa da parte di Bob Jungels.

Giulio Ciccone e la Bardiani-Csf. Che gruppo, quello guidato da Bruno e Roberto Reverberi: alle tre perle di due anni orsono (Canola, Battaglin e Pirazzi) e all’acuto firmato Nicola Boem lo scorso anno segue la gioia di questo neoprofessionista classe ’94 che fa tanto ben sperare in vista del futuro. Una tattica di gara perfetta, quella operata dal #greenteam, con tre uomini destinati alla fuga ed un inaspettato finalizzatore che manda all’aria i sogni del russo Ivan Rovny (Tinkoff) e di Damiano Cunego (Nippo-Fantini), cui nel finale mancano le energie per tenere testa al giovane talento abruzzese.

“Un sogno vero e proprio“, quello coronato dal vincitore odierno, che visibilmente emozionato dichiara: “È indescrivibile, mi sembra di vivere il sogno di una vita”. E poi i ringraziamenti ad un gruppo di compagni che più affiatato non si può – lo si nota nei ritiri invernali di Fiuggi e in tutte le corse cui prende parte – “Oggi siamo stati perfetti, guidati in maniera impeccabile dall’ammiraglia”, analizza Ciccone, ricordando in particolare Boem, che “davanti si è fermato per permetterci di rientrare sulla fuga” e il quale è stato ripagato dal risultato finale.

Chi gode è la Etixx-Quick Step: cambia il leader della generale, ma rimane ancora nel team diretto da Davide Bramati la maglia rosa, che passa dalle spalle di Gianluca Brambilla a quelle di Bob Jungels. Immagini esemplari, quelle che giungono sul traguardo, dove l’azzurro viene abbracciato dal lussemburghese dopo essersi umilmente prodigato nelle ultime fasi di corsa in suo favore, avendo compreso di avere poche chances di conservare egli stesso le insegne del primato.

Ancora non riesco a crederci – dichiara Jungels dopo la cerimonia del podio – La squadra ha fatto un lavoro incredibile […] Voglio dire grazie a tutti, quel che hanno fatto è fantastico. Penso che sia uno dei giorni più belli della mia vita”. Ora l’obiettivo è quello di “tenere la maglia il più a lungo possibile” in attesa delle grandi montagne, non disdegnando una top 10 finale che ora appare “possibile”. 

Infine Mikel Landa. Nella giornata di Ciccone e del duo Brambilla-Jungels, se la prende il basco del Team Sky buona parte della scena, lui che esce definitivamente di scena al km 65 di corsa quando, passato da poco il Passo della Collina, decide di salire in ammiraglia e porre fine al suo Giro d’Italia. Gastroenterite: questa la causa dell’abbandono dello spagnolo, uno dei maggiori favoriti della vigilia e divenuto numero 1 per i bookmakers dopo l’ottima crono del Chianti.

Si infrangono ancora le speranze dello squadrone britannico di far bene al Giro. Due anni fa fu Bradley Wiggins ad alzare bandiera bianca, dopo essersi presentato alla Grande Partenza da Napoli con forti ambizioni; ora tocca allo spagnolo, giunto nel team di Dave Brailford per puntare al massimo risultato nella corsa a tappe nostrana. Il Giro è ancora lungo, certo, ma dopo aver già pero il velocista di riferimento (Elia Viviani, giunto fuori tempo massimo nella tappa di Arezzo), ecco il ritiro dell’uomo di classifica: un fallimento, per una delle compagini più blasonate al mondo, contrapposto a formazioni che, con budget decisamente più limitati, riescono a regalare spettacolo. Bardiani-Csf docet.

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