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L’orgoglio dell’Imbatido: Alejandro Valverde terzo al Giro d’Italia 2016

L’orgoglio dell’Imbatido: Alejandro Valverde terzo al Giro d’Italia 2016

E il buon Alejandro Valverde fa ancora centro: lo spagnolo, corridore da Classiche, certo – 4 Freccia-Vallone e 3 Liegi-Bastogne-Liegi non si vincono per caso – riesce a salire sul podio finale del Giro d’Italia 2016, quel Giro a cui mai, prima d’ora, aveva pensato di partecipare.

Avrebbe dovuto prendervi parte nel 2009, in realtà, se la famigerata Operacion Puerto gli impedì di mettere piede nel nostro Paese. Ma è un’altra storia: non siamo giustizialisti e non vogliamo sempre rievocare un passato ormai remoto, che il diretto interessato ha cancellato a suon di prestazioni sulla strada. È giusto, ora, celebrare la seconda vita dello scalatore iberico, colui che, quando si prefigge un obiettivo, raramente sbaglia. Per la verità aveva lasciato intendere, alla partenza da Apeldoorn, di voler tentare il grande colpo e vestirsi di rosa. Onestamente in pochi ritenevano potesse arrivare a tanto, tantomeno lui, che più di ogni altro conosce i suoi limiti nell’arco delle tre settimane.

E così un podio, condito dalla vittoria ad Andalo, rende davvero onore a se stesso e al suo orgoglio di tenace combattente, che pur nei momenti di difficoltà riesce a tirar fuori la grinta. Deve essersela vista brutta, nel tappone di Corvara, quando pagò sul traguardo tre minuti da Steven Kruijswijk. E forse qualcun altro, poco consapevole delle qualità dell’Imbatido, deve averlo escluso fin troppo frettolosamente dai giochi, in quell’occasione. Sembrava preclusa ogni ambizione. Già il giorno successivo, invece, nella cronoscalata dell’Alpe di Siusi, una fiera reazione.

Ma il meglio doveva ancora arrivare e arrivò dopo l’ultima giornata di riposo, nella 16^ frazione, quando trovò quel guizzo vincente che avrebbe reso, indipendentemente dal risultato finale, indubbiamente positivo il suo giro. E poi, quando gli altri avvertivano il peso della pressione di tirare le somme, oltre che la fatica dopo oltre tremila chilometri percorsi lui emergeva, e verso Sant’Anna di Vinadio chiudeva a soli 15” dall’incredibile maglia rosa di Vincenzo Nibali. “Sono passati tredici anni dal mio primo podio in un Grande Giro: sono stato sul podio di tutti i Grandi Giri ed è qualcosa di fenomenale“. A 36 anni, scusate se è poco.

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