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Nazionale, finisce l’era-Conte: un biennio di alti e bassi, ma quanto onore!
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Nazionale, finisce l’era-Conte: un biennio di alti e bassi, ma quanto onore!

Euro 2016 per l’ Italia, la piccola Italia bistrattata in patria e all’estero e arrivata oltre ogni immaginazione, è finito, così com’è finita l’era-Conte: un biennio cominciato coi mugugni del c.t. e proseguito nell’indifferenza (o mal sopportazione) dei club di Serie A. La Nazionale però è arrivata laddove nessuno avrebbe immaginato: Spagna abbattuta, Germania costretta ai rigori dopo 120’ di ordine e sacrificio. Conte lascia l’Italia, lascia l’azzurro: lo fa con le lacrime agli occhi.

Fra una settimana l’ormai ex commissario tecnico della Nazionale italiana comincerà la sua nuova avventura al Chelsea: un club, dove potrà tornare a lavorare tutti i giorni e non una volta ogni tanto, facendo il selezionatore tecnico e invocando a gran voce e nel silenzio la necessità degli stage di preparazione per far crescere la Nazionale.

Fra una settimana il Chelsea; fino all’altro ieri però, e per due anni, la testa e il cuore di Conte hanno pensato e battuto solo per l’azzurro. Un’esperienza che lui reputa ormai, giustamente, conclusa dopo la serata triste e terribile di Bordeaux che ha lasciato tanta amarezza e delusione nei suoi azzurri, in lacrime o a testa bassa nello spogliatoio così come centinaia di tifosi dagli spalti.

A fine gara, si sa, Conte c’ha tenuto a congedarsi dai suoi ragazzi e da tutto l’ambiente azzurro con un breve discorso: un forte, sentito e profondo grazie alla Nazionale che lui dice ha avuto l’onore di allenare nel suo biennio.

«Ringrazio tutti. I ragazzi, perché mi hanno dato tutto quello che avevano. Ci tengo a ringraziare lo staff, i cuochi, Andrea, che è venuto qui, ci ha permesso di sentirci a casa, i magazzinieri, tutti quelli che hanno lavorato con noi. E’ stato un onore. Un particolare ringraziamento al segretario azzurro Mauro Vladovic, che è sempre stato con noi. E a una persona silenziosa e incredibile, con dei valori umani, Lele Oriali. Ringrazio il presidente, spero sia un arrivederci e non un addio».

Prima di tutto questo, un lungo applauso, in passato riservato solo al Lippi campione del mondo e al Prandelli finalista di Euro 2012. Per la serie: i risultati sono importanti, ma se uno spreme sudore ed ostinazione gli va riconosciuto. Vedasi tributo riservatogli dai tifosi italiani, quando Conte è sbarcato alla Malpensa ieri.

Conte dice addio (o arrivederci…) alla panchina della Nazionale dopo 15 vittorie in 25 partite. Prima del suo rientro l’ex c.t. ha passato il testimone a Gian Piero Ventura, che inizierà presto la sua di avventura sulla panchina azzurra. Ripartendo proprio da lì: dal senso di onore e di rispetto che Conte ha trasmesso al gruppo Italia in questo biennio di lavoro.

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