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Euro 2016: per Cristiano Ronaldo è l’incoronazione. Un mese out, ma s’avvicina il Pallone d’Oro
Foto Reuters

Euro 2016: per Cristiano Ronaldo è l’incoronazione. Un mese out, ma s’avvicina il Pallone d’Oro

Un crack, tante lacrime, una ferita gigantesca nell’orgoglio; poi il ritorno, a bordo campo, smessi i panni di calciatore con la grinta di un ct fino alle altre lacrime. Di gioia, solo di gioia. Nella notte di Saint-Denis per Cristiano Ronaldo c’è stato tutto, fino a quella Coppa di Euro 2016 alzata al cielo in trionfo.

Un film incredibile, quello di cui l’asso di Madeira è diventato miglior attacco (non) protagonista: l’infortunio, con sospetto interessamento del collaterale del ginocchio sinistro, all’alba del match sembrava il presagio più infausto per colui che dopo la Champions col Real voleva a tutti i costi portare anche il Portogallo, per la prima volta, sul tetto d’Europa.

Quel crack dopo il contrasto con Payet l’ha fatto piangere e tormentare, fatto medicare con una fascia elastica e riprovare, fino al fatidico cambio al 25’, l’uscita in barella – con tutto lo Stade de France, sportivamente, in piedi, dopo i fischi dei minuti iniziali – e la fine di un sogno.

Un sogno con cui CR7 avrebbe voluto scacciare per sempre l’incubo di quell’Euro 2004 giocato in casa e perso in finale; magari superando pure Platini nella classifica di migliore goleador degli Europei (9 a 9) e aggiungendo un altro record a una sfilza già di per sé impressionante.

Per Ronaldo sembrava il concretizzarsi di una nuova maledizione. E invece CR7 ha stupito tutti: tornando in campo alla fine dei 90’, passando in rassegna i suoi compagni uno per uno (Eder ha ammesso: «è stato lui a dirmi “adesso segni tu”»), rimanendo a bordo campo zoppicante ma con una grinta da veterano delle panchine a fare da secondo a Fernando Santos.

Un cazzotto al ginocchio di Adrien Silva seduto al suo fianco per un’azione sprecata dai suoi; poi la corsa malconcia a riprendere Raphael Guerreiro a bordo campo per respingerlo in campo fino all’ultima battaglia. Uno show da giocatore (non) protagonista del Portogallo diventato Campione d’Europa. Le lacrime, stavolta di gioia; l’urlo, non più di dolore, con la Coppa Delaunay in mano.

Ronaldo ha superato se stesso: per eroismo, carattere e attaccamento alla maglia lusitana – che in tanti in passato gli avevano rimproverato di non avere. Ora Cristiano Ronaldo dovrà probabilmente star fermo oltre un mese (niente Supercoppa Europea): ma col Double Champions-Europeo messo in cascina (insieme col compagno Pepe) CR7 si appresta a vincere il Pallone d’Oro in questo anno in tutta scioltezza.

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