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Rio 2016, Greg Van Avermaet campione olimpico. Nibali, sogni infranti in discesa
Greg Van Avermaet. Foto Tim De Waele/TDWSport.com

Rio 2016, Greg Van Avermaet campione olimpico. Nibali, sogni infranti in discesa

Greg Van Avermaet è il nuovo campione olimpico di ciclismo su strada. Il rappresentante del Belgio vince la medaglia d’oro a Rio 2016 al termine di una prova entusiasmante, ricca di colpi di scena e decisa da una volata a tre in cui il forte corridore fiammingo riesce nettamente a porre la sua ruota davanti a Jakub Fuglsang (Danimarca) e Rafal Majka (Polonia). Si infrangono in discesa i sogni di Vincenzo Nibali (Italia): in testa fino ai 15 km all’arrivo, finisce a terra, sconsolato, assieme a Sergio Henao (Colombia).

Ore 9.30: tanta emozione per l’appuntamento olimpico, quest’anno cerchiato di rosso dai più grandi campioni delle due ruote. Vincitori di Grandi Giri e Grandi Classiche tutti qui, per cercare quell’alloro conquistato quattro anni fa da Alexander Vinokourov. Brian Cookson sventola la bandierina e dà il via alla corsa: dopo i primissimi chilometri ad andatura tranquilla, al 12° chilometro il primo colpo di scena rappresentato dal ritiro dell’olandese Tom Dumoulin, comunque non al meglio dopo la frattura del radio rimediata al Tour de France.

E poi comincia la bagarre per tentare di portare via una fuga. A riuscirci sono sei atleti, non di seconda fascia come solitamente avviene, bensì corridori di prim’ordine: si tratta di Simon Geschke (Germania), Michal Kwiatkowski (Polonia), Sven Erik Bystrom (Norvegia), Michael Albasini (Svizzera), Jarlinson Pantano (Colombia), Pavel Kochetkov (Russia). Rimangono fuori Italia e Spagna, che di fatti schierano un loro rappresentante (tra gli azzurri lavora Alessandro De Marchi) per controllare il distacco: distacco che raggiunge il tetto massimo di sette minuti, prima di cominciare a calare lentamente.

A metà corsa la selezione è già evidente: siamo ancora nel primo dei due circuiti previsti e la salita di Grumari, il breve tratto di pavé e alcune raffiche di vento contribuiscono ad eliminare alcuni atleti. Il gruppo si spezza: gli italiani si fanno trovare pronti e rimangono nel primo gruppo, ma non bisogna distrarsi un attimo nel prosieguo della corsa, che a questo punto arriva nel secondo circuito, quello ben più impegnativo di Vista Chinesa.

E il primo passaggio sull’omonima salita appare subito duro: davanti rimangono Kochetkov e Kwiatkowski, mentre dietro si stacca uno dei corridori più attesi, l’olandese Wout Poels, vincitore quest’anno della Liegi-Bastogne-Liegi e miglior gregario di Froome all’ultima Grande Boucle. Salgono in cattedra gli azzurri e, al forcing di Diego Rosa, è il turno del belga Philippe Gilbert perdere contatto dal gruppo dei migliori. Al piemontese segue l’azione di Damiano Caruso, che cerca di allungare assieme a Greg Van Avermaet (Belgio), Geraint Thomas (Gran Bretagna), Rein Taramae (Estonia) e Sergio Henao (Colombia), ai quali si aggiunge poco dopo Andrey Zeits (Kazakistan).

Il drappello dei contrattaccanti assorbe Kwiatkowski, nel frattempo rimasto solo al comando, e prosegue con una manciata di secondi di vantaggio sul resto del gruppo. In occasione del secondo passaggio su Vista Chinesa, nel tratto in discesa, finiscono contro una rete di protezione i sogni di un pimpante Richie Porte (Australia), mentre poco dopo un colpo di mano permette ai due azzurri Vincenzo Nibali e Fabio Aru di rientrare in testa, ponendo la nostra nazionale in condizione di superiorità numerica nei confronti degli avversari. Rientrano con la coppia italiana anche Jakub Fuglsang (Danimarca), Rafal Majka (Polonia) e Adam Yates (Gran Bretagna), che è comunque il primo a staccarsi all’inizio del terzo passaggio in salita.

Qui le carte si rimescolano di continuo: dietro il più attivo degli spagnoli è Joaquin Rodriguez, che cerca di rientrare insieme al sudafricano Louis Meintjes, mentre prova ad uscire fuori anche Chris Froome (Gran Bretagna), scortato dal giovane Yates. Davanti Nibali è il più costante e cerca di scrollarsi di dosso corridori dotato di spunto veloce come Van Avermaet o il francese Julian Alaphilippe.

A scollinare per primo è il terzetto composto da Vincenzo Nibali, Rafal Majka e Sergio Henao, ma il vantaggio è davvero esiguo: 15″ sugli immediati inseguitori, tra i quali figura ancora Aru. Ma la stessa curva in discesa costata cara a Porte costa carissima costa carissima a Nibali e Henao: i due finiscono a terra e pongono fine ai sogni di gloria. Riesce a schivarli Majka, che prosegue tutto solo fino all’ultimo chilometro, quando rientrano Van Avermaet e Fuglsang. 

A quel punto ha vita facile il belga a sbaragliare la concorrenza in volata: Belgio medaglia d’oro nella prova in linea del ciclismo su strada davanti a Danimarca e Polonia. Primo inseguitore è Alaphilippe, quarto a 27″. Per l’Italia un’ottima prestazione conclusa con tanta sfortuna: miglior azzurro Fabio Aru, sesto. Nibali e Valverde primi favoriti dai bookmakers, ma contro lo Squalo si accanisce la cattiva sorte, lo spagnolo invece non entra mai in gara.

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