Arriva dal judo la medaglia d’oro numero 200 nella storia dello sport azzurro:a Rio 2016 Fabio Basile si laurea campione olimpico della categoria 66 kg. Una marcia esaltante per il giovane atleta di Rivoli, sul tetto dell’Olimpo a soli 22 anni.
Fenomenale l’atleta dell’Esercito, che schianta uno ad uno gli avversari con colpi micidiali che non lasciano scampo alcuno. Ad arrendersi al match che vale l’oro è il sudcoreano An: basta meno di un minuto e mezzo a mandare al tappeto per ippon l’asiatico, col pubblico accorso alla Carioca Arena 2 e quello da casa ad alzarsi in piedi per applaudire le gesta del rampante azzurro.
Semplicemente devastante il piemontese anche nei match precedenti: prima tocca al tedesco Seidl, poi all’azero Shikhalizada e infine al mongolo Davaadorj, n. 2 del ranking mondiale. Più combattuto il match di semifinale contro lo sloveno Adrian Gomboc, ventunenne già incontrato dall’azzurro nel Grand Prix di Tbilisi a marzo. Ma quest’ultimo si prende due gialli e così l’azzurro guadagna l’accesso all’ultimo atto.
Dopo Ezio Gamba a Mosca 1980, Giuseppe Maddaloni a Sidney 2000 e Giulia Quintavalle a Pechino 2008, il quarto oro che il judo olimpico regala allo sport italiano.
“Emozione indescrivibile, non so se è un sogno o realtà“, sono le prime parole di Fabio Basile ai microfoni di Rai Sport. Racconta di aver “sofferto tanto” per arrivare fin qua, il judoka azzurro, che rivolge un ringraziamento speciale allo staff, a partire dal maestro giapponese Muragami, “che ha investito su di me come nessuno mai”, fino a Pierangelo Tonioli, Roberto Meloni e Ciccio Bianchessi. “Mi aspettavo di fare una bella gara, non di arrivare primo. Andando avanti ho sentito di avere qualcosa in più degli altri e così ce l’ho fatta”, conclude il nuovo campione olimpico.
Ma la stessa disciplina italiano festeggia pochi minuti prima lo splendido argento conquistato da Odette Giuffrida, unica tra i judoka azzurri ad essere inserita tra le teste di serie. Nella categoria 52 kg, il Caporal Maggiore di Roma, classe ’94, viene piegato solo all’ultimo atto dalla rappresentante del Kosovo Kelmendi, che pone fine alle sue speranze d’oro.
La balcanica si dimostra subito avversaria ostica e difatti attua una tattica aggressiva nei confronti dell’azzurra, che non riesce ad imporre la sua tecnica. È uno yuko un minuto dopo l’inizio a decidere l’incontro: quattro anni dopo il bronzo di Rosalba Forciniti, le arti marziali azzurre tornano a gioire alle Olimpiadi. In precedenza, vengono battute dalla nostra rappresentante prima la tedesca Kraeh con uno yuko di sukui nage, poi la rumena Chitu, n. 2 del ranking mondiale, ancora con uno yuko e, in semifinale, la cinese Ma Yingnan per uno shido.