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Rio 2016: l’Italvolley va a sprazzi ma contro gli USA è il quarto k.o.
USA-Italia Italvolley femminile Rio 2016

Rio 2016: l’Italvolley va a sprazzi ma contro gli USA è il quarto k.o.

Niente da fare: la nazionale di volley femminile non riesce a rompere il tabù Olimpico e perde il 4° match di fila a Rio 2016. Gli USA vincono 3-1, nonostante tutto.

Dopo Serbia, Cina e Olanda le azzurre perdono pure contro le Campionesse del Mondo americane: 3-1 (25-22; 25-22; 23-25; 25-20), nonostante una buona prova di carattere e il primo, finora unico, set finalmente vinto dalle ragazze di Bonitta, che già prima di questo match sapevano di essere eliminate dal torneo.

Resta dunque quel set vinto l’unica soddisfazione della nostra Italvolley femminile vista finora in un torneo olimpico a dir poco terrificante, il peggiore mai disputato dalla nostra nazionale in un torneo a Cinque Cerchi.

I numeri come i giudizi su questa spedizione restano impietosi: nella penultima uscita da commissario tecnico Marco Bonitta ha più volte rimescolato le carte, cercando di pescare quelle giuste anche dalla panchina. Antonella Del Core ha sentito tutto il peso di chi con esperienza deve caricarsi sulle spalle un gruppo intero, Sylla e Guiggi non hanno entusiasmato – sostituite poi da Ortolani e Danesi; benino Orro in regia e Chirichella dal centro.

Ecco dunque che la migliore, l’unica di fatto a salvarsi in questo torneo azzurro a Rio 2016, è risultata ancora una volta Paola Egonu: ben 20 punti con 3 muri per la 18enne schiacciatrice del Club Italia, una delle nostre più giovani speranze da cui la futura Italvolley dovrà per forza ripartire.

Complessivamente all’Italia non è bastato stampare a terra ben 14 muri contro le campionesse americane, quasi tutte in doppia cifra alla fine del match. Ora, dopo quattro successi consecutivi, gli USA ipotecano il primo posto nel girone davanti a Serbia, Cina e Olanda.

Per l’Italvolley in rosa il discorso, purtroppo, è ben diverso: fra due giorni, contro Porto Rico, Del Core e compagne sono chiamate a vincere per salvare quantomeno la faccia e l’onore.

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