Leggendario Gregorio Paltrinieri: l’asso della spedizione italiana ai Giochi Olimpici di Rio 2016 fa en-plein e, dopo i titoli continentali e mondiali, conquista il più prestigioso, l’oro olimpico nei 1500 stile libero. La festa azzurra è completata dalla medaglia di bronzo di Gabriele Detti.
Sedici anni dopo la generazione dei Domenico Fioravanti e Massimiliano Rosolino a Sidney 2000 e otto anni dopo Federica Pellegrini a Pechino 2008, ecco un nuovo azzurro del nuoto trionfare nell’appuntamento a cinque cerchi.
La gara. Corsia numero 1 per il canadese Ryan Cochrane, n.2 per Gabriele Detti, n.3 per lo statunitense Jordan Wilimoski, n.4 per Gregorio Paltrinieri, n.5 per l’altro statunitense Connor Jager, n.6 per l’australiano Mack Horton, n.7 per il francese Damien Joly, n.8 per il danese Christiansen. Grande assente, il cinese Sun Yang, sorprendentemente fuori alle eliminatorie.
Impiega soli 100 metri Gregorio per portarsi in testa e cominciare a fare gara a sé: nuota costantemente sotto il miglior tempo mai nuotato sulla distanza e scava un netto solco sugli avversari, impossibilitati a reggere tale ritmo. A metà dell’opera crono di 7.15.58, all’arrivo è 14.34.57: non arriva il nuovo record del mondo che rimane al cinese Sun Yang con 14.31.02, ma giungono una prestazione superba e una vittoria d’autorità che proiettano Greg proprio lì, in cima all’Olimpo. Oramai è lui il più grande del mezzofondo internazionale.
Il nuoto nel DNA, per il ventiduenne carpigiano in forza all’Esercito: sin da adolescente la forte attrazione per la vasca (unita a quella per la pallacanestro, per la storia dell’arte e per il rap). E l’ascesa è stata davvero irresistibile nell’ultimo quadriennio.
Ne è passata di strada, infatti, da quel quinto posto rimediato a Londra 2012, all’età di 18 anni: sono giunti, da quell’occasione, il primato mondiale in vasca corta stabilito a Netanya 2015 e quel cronometro di 14’08’’06, due secondi meglio del suo idolo di sempre, l’australiano Grant Hackett, l’unico primato capace di resistere nell’era dei costumi in poliuretano. È cominciato da lì il suo cammino verso la gloria, ora a Rio De Janeiro è la definitiva consacrazione.
“Sono felicissimo, ma è stato molto più duro di quanto mi aspettassi, non soltanto dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico”, ammette il ventiduenne carpigiano, che aggiunge: “Tutti si aspettavano la medaglia. Non avevo paura, ma si trattava comunque una finale olimpica e c’era tensione”. E sul mancato primato mondiale Paltrinieri assicura: “So di valerlo. Non è stata questa l’occasione, ma prima o poi ci riuscirò”.
La festa azzurra è completata dalla medaglia di bronzo conquistata dal grande amico di Greg, Gabriele Detti, che dopo il podio sui 400 sl va a prendersi anche quello sulla distanza multipla al termine di una gara condotta con grande oculatezza e finalizzata con un terzo posto alle spalle dello statunitense Connor Jager, argento. Gongola Stefano Morini, allenatore di entrambi; gongola l’Italia intera nell’assistere al prodigio di tali atleti.