Italia del tiro stratosferica ai Giochi Olimpici di Rio 2016: ventiquattr’ore dopo la storica doppietta Diana Bacosi-Chiara Cainero nello skeet donne, arriva un nuovo urlo azzurro firmato da Gabriele Rossetti, neocampione olimpico dello skeet uomini.
Un risultato oltre ogni previsione per il ventunenne tiratore toscano, che fa fatica a superare il primo turno di qualificazione, ma poi lascia andare il suo braccio sfoderando enormi qualità col fucile in mano.
Occorre uno shoot-off a cinque per stabilire i due atleti che vanno a giocarsi l’oro: Rossetti non sbaglia un piattello, tra i suoi sfidanti è lo svedese Marcus Svensson il più continuo. Ma nella finalissima non c’è storia: l’atleta delle Fiamme Oro fa ancora en-plein, mentre lo scandinavo manca il bersaglio proprio nella serie decisiva. È di nuovo il vessillo tricolore, dunque, a sventolare alto all’Olympic Shooting Centre.
Dodici anni dopo Andrea Benelli, ct della nazionale italiana di tiro a volo, un altro azzurro trionfa nello skeet. Ed è un figlio d’arte: Bruno Rossetti fu due volte iridato nella specialità e arrivò al bronzo olimpico a Barcellona 1992. Suo figlio ha saputo fare meglio: prima Olimpiade, a soli 21 anni, e subito medaglia d’oro.
“Non ho parole per descrivere questo risultato – commenta a caldo il nuovo campione olimpico ai microfoni di Rai Sport – Il tiro a volo è la mia vita”. “Ho avuto la fortuna di crescere con l’esempio di due grandi campioni come mio padre e Andrea Benelli. Ancora non mi rendo conto di quanto successo. Probabilmente ci riuscirò solo stasera quando tornerò in camera con la medaglia”.
Al settimo cielo Andrea Benelli, che conclude Rio 2016 con il ragguardevole bottino di due ori e tre argenti: “Tre tiratori su quattro in semifinale e tutti e tre tornano a casa con una medaglia – gongola – Siamo una squadra fortissima e sono fiero di guidarla”.