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Rio 2016, Italscherma 4 medaglie: si peggiora Londra, ma…
Daniele Garozzo campione olimpico fioretto. Foto: federscherma.it

Rio 2016, Italscherma 4 medaglie: si peggiora Londra, ma…

È il numero 4 quello che identifica la scherma azzurra di ritorno dai Giochi Olimpici di Rio 2016: quattro le medaglie conquistate (un oro e tre argenti), quattro i rimpianti azzurri.

Stando ai numeri, la disciplina che puntualmente regala le maggiori soddisfazioni allo sport azzurro peggiora quanto fatto a Londra 2012 e nelle due precedenti edizioni: allora furono sette i podi, ma va detto che il nostro movimento è stato non poco penalizzato, stavolta, dalla mancanza delle gare di fioretto a squadre femminile e sciabola maschile, entrambe a podio in Gran Bretagna, nonché dall’assenza del terzo atleta nell’individuale delle stesse armi.

Obiettivo quattro podi rispettato, dunque: si sale a quota 125 totali nella storia a cinque cerchi, con 49 ori, 43 argenti e 33 bronzi. La medaglia d’oro è arrivata dal fioretto individuale maschile con Daniele Garozzo, bravo a riportare in Italia un titolo che mancava da 20 anni (Atlanta 1996 con Alessandro Puccini).

Il primo argento è opera di Rossella Fiamingo, bicampionessa mondiale di spada femminile, andata vicina all’en-plein con l’Olimpiade, ma costretta ad arrendersi in finale quando era un passo dal grande traguardo. Il secondo è targato Elisa Di Francisca, campionessa uscente del fioretto femminile e vicina allo storico bis dopo una stagione piuttosto travagliata. Infine la spada maschile a squadre, piegata solo dalla favorita Francia all’ultimo atto: un quartetto dato per spacciato poco più di un anno fa, con la qualificazione olimpica che sembrava compromessa, e invece ora secondo al mondo.

Due i quarti posti, dal fioretto maschile a squadre e dalla sciabola femminile a squadre. Il primo brucia non poco, dal momento che la squadra campione del mondo e olimpica in carica poteva e doveva riconfermarsi, ma i momenti di black-out evidenziati prima in semifinale, poi nella finale per il bronzo hanno vanificato tutto; il secondo ha tutto un altro sapore, dal momento che le sciabolatrici non erano accreditate di tante aspettative, dunque essere arrivate lì, a giocarsela con le migliori, costituisce un motivo d’orgoglio.

Non mancano le delusioni. Nel fioretto femminile la testa di serie numero uno, Arianna Errigo, esce di scena ai quarti per mano di una sconosciuta canadese, che approfitta delle pressioni dell’azzurra nel dover gareggiare da favorita; nel fioretto maschile Giorgio Avola viene eliminato ai quarti dallo statunitense Alexander Massialas dopo essere stato in vantaggio per 14-8; nella sciabola maschile si registrano le polemiche arbitrali innescate da Aldo Montano dopo il suo match di ottavi di finale, così come il rammarico di Diego Occhiuzzi, argento uscente, subito eliminato da un atleta del Vietnam.

Ora punto e a capo. Si riparte con la consapevolezza di un gruppo forte, che potrà contare, accanto ai leader indiscussi del movimento – i fratelli Garozzo, Fiamingo, Errigo sono molto giovani, Di Francisca non è ancora giunta al tramonto – su talenti emergenti pronti ad esplodere: i fiorettisti Martina Batini e Alice Volpi tra le donne o Damiano Rosatelli e Francesco Ingargiola tra gli uomini; gli sciabolatori Luca Curatoli ed Enrico Berré, gli spadisti Andrea Santarelli e Giulia Rizzi.

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