Daniele Bennati, Sonny Colbrelli, Jacopo Guarnieri, Giacomo Nizzolo, Daniel Oss, Manuel Quinziato, Fabio Sabatini, Matteo Trentin, Elia Viviani: sono gli alfieri dell’Italia élite ai Campionati Mondiali di ciclismo su strada Doha 2016 selezionati dal commissario tecnico Davide Cassani. Quali le aspettative che riponiamo su di loro? Quali le reali possibilità di riportare nel Bel Paese quel titolo iridato che manca dal 2008?
Due i capitani: sono Elia Viviani e Giacomo Nizzolo. Il primo, classe ’89 di Isola della Scala in forza al Team Sky, è reduce dal più grande risultato della sua carriera su pista, l’oro olimpico di Rio 2016. Su strada non è stata la sua migliore stagione, dal momento che ha colto due sole vittorie (Dubai e La Panne) per poi concentrare i suoi sforzi in velodromo. Ma un ghiotto appuntamento come quello del Qatar non può che far gola, dal momento che il percorso completamente pianeggiante sembra essere disegnato apposta per il ventisettenne veneto, sebbene vi siano corridori che possono contare di uno spunto più veloce del suo in caso di arrivo di gruppo compatto.
Giacomo Nizzolo (Milano, 1989) ha invece posto fine alla sua etichetta di eterno piazzato andando a vincere, nella seconda parte del 2016, il campionato italiano, la Coppa Bernocchi e il Gran Piemonte. È la naturale alternativa a Viviani (ma guai a chiamarla alternativa!) e in una gara di 250 km avere uno sprinter in più significa evitare che un banale imprevisto (ad esempio una caduta) possa compromettere l’intero mondiale. In più, la maggior resistenza in un’eventuale corsa dura rappresenta un’arma in più in favore del brianzolo della Trek-Segafredo.
Due le mine vaganti. La prima è Matteo Trentin, che ha fatto splendida gavetta in Etixx-Quick Step e ha imparato a cogliere poche ma preziosissime vittorie (tappe al Tour de France, al Giro d’Italia e la Parigi-Tours). Può fare da appoggio ai compagni ma può rivelarsi un vero leader qualora le circostanze lo permetteranno. A nostro parere, il presente e il futuro italiano per le grandi Classiche, compreso il Mondiale.
La seconda è Sonny Colbrelli (Desenzano del Garda, 1990), che la convocazione se l’è guadagnata sulla strada a suon di vittorie: nel finale di stagione, Coppa Agostoni, Coppa Sabatini e soprattutto Tre Valli Varesine, valse anche il trionfo nella Coppa Italia individuale per il terzo anno consecutivo. Cassani era fortemente indeciso sul suo conto in quanto le sue caratteristiche andrebbero a sovrapporsi a quelle di altri, ma lasciare a casa il ciclista della Bardiani-Csf (il prossimo anno in Bahrain-Merida) sarebbe stato ingiusto. Non dimentichiamo, inoltre, che nella sua ancor giovane carriera ha già guadagnato un sesto posto alla Milano-Sanremo ed è stato il migliore degli azzurri a Ponferrada 2014, dunque è ben pronto a gettarsi nella mischia, magari prima della bagarre finale.
Due gli apripista, gli ultimi uomini del treno azzurro. Sono Jacopo Guarnieri (Vizzolo Predabissi, classe ’87), nelle ultime due stagioni uomo di fiducia di Alexander Kristoff e dal prossimo anno di Arnaud Démare; Fabio Sabatini (Pescia, classe ’85), apprezzato uomo squadra di Petacchi prima, di Sagan e Viviani poi, di Cavendish successivamente, di Gaviria ora. All’ultima curva si riveleranno entrambi decisivi e da loro potrà dipendere il risultato finale del capitano di turno.
Tre atleti a comporre l’ossatura della squadra, a fungere da registi, a prendere vento (magari provando a spezzare il gruppo per far corsa dura) e a controllare che tutto si svolga secondo i piani stabiliti da Cassani: sono Daniele Bennati (Arezzo, 1980), Daniel Oss (Trento, 1987) e Manuel Quinziato (Bolzano, 1979). Sanno come si corre in pianura, sanno come si corre nel vento e, anche se lavoreranno in funzione di altri, saranno determinanti per la buonuscita dell’intera corsa. A Quinziato l’onere di correre anche la prova a cronometro, specialità di cui è il campione italiano in carica.
In linea generale, non siamo i favoriti e probabilmente ci manca un finalizzatore del calibro dei vari Sagan (ma chi può competere con lui?), Kittel o Bouhanni, per citarne alcuni. Come valore tecnico complessivo, tuttavia, non siamo inferiori a nessuno e dobbiamo mirare a far corsa selettiva (sfidando il vento, ad esempio) per eliminare alcuni concorrenti e poterci giocare tutto in condizioni più congeniali. Marco Coledan (Motta di Livenza, 1988) e Filippo Pozzato (Sandrigo, 1981) saranno le due riserve della squadra.
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