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Mondiali Doha 2016, parlano Sagan, Greipel, Boonen e Viviani

Mondiali Doha 2016, parlano Sagan, Greipel, Boonen e Viviani

Ci siamo. L’attesa è finita e tra poche ore conosceremo il nome del nuovo campione del mondo di ciclismo su strada, categoria élite uomini. Doha 2016 si concluderà proprio con la prova clou, quella che vedrà quasi 200 professionisti in lizza per accaparrarsi la maglia iridata. Sarà una sfida piena di tanti punti interrogativi – dalle condizioni atmosferiche che potrebbero rivelarsi decisive alle molte rivalità interne alle varie squadre – per cui niente appare banale.

Si presenta col dorsale numero uno Peter Sagan. Lo slovacco è il campione uscente e corre con la serenità di chi sa di non aver nulla da dimostrare, forte di una stagione da assoluto protagonista, con prestazioni da fenomeno che lo rendono uno dei favoriti d’obbligo anche in Qatar. “Ho già un titolo e non ho nulla da perdere” dichiara a tal proposito a VeloNews, sottolineando come in prove come queste la fortuna rivesta il suo peso determinante ed essere favoriti non conta. 

Chi sa che questa può essere l’occasione della vita è Andre Greipel, che a 34 anni difficilmente avrà un’altra possibilità di essere della lotta per l’oro su un percorso a lui congeniale. “Ho fatto tutto quel che dovevo per essere preparato per l’appuntamento. Sono venuto presto in Qatar per abituarmi alle condizioni”, osserva alla vigilia dell’appuntamento il leader della Germania. Ma quale sarà il suo ruolo all’interno della compagine teutonica? Non ci sarà rivalità con Marcel Kittel, assicurano entrambi, dal momento che proprio quest’ultimo dichiara a Sporza che il ct tedesco ha stabilito diversi compiti per ognuno di loro (e per il terzo leader John Degenkolb).

Staremo a vedere se i tedeschi andranno d’amore e d’accordo o se, come accaduto più volte in passato alla Spagna, prevarranno gli interessi personali. Stesso dicasi per la Francia, che schiera contemporaneamente Nacer Bouhanni e Arnaud Démare. Che i due non si amino particolarmente lo dimostra la decisione, presa dal franco-maghrebino un anno fa, di lasciare la FDJ per vestire la casacca della Cofidis e avere il ruolo di leader tutto per sé. Riuscirà il ct transalpino a farli coesistere per la causa nazionale?

Un Mondiale l’ha già conquistato dieci anni fa e riuscirci sul finale di carriera sarebbe qualcosa di unico. Stiamo parlando di Tom Boonen, che qui in Qatar sa come si vince, avendo portato a casa la classifica generale della corsa di casa per ben quattro volte. Faranno corsa dura lui e i belgi perché, riflette Tornado Tom, “se riusciamo a spaccare il gruppo già nei primi 150 chilometri, alcuni non saranno in grado di rientrare per il circuito finale […] Penso che non saremo più di sessanta corridori nel finale e che la metà dei velocisti non arriverà al traguardo“. “Non ho paura di nessuno“, conclude l’asso del pavé.
E l’Italia? La fascia di capitano se la spartiranno Giacomo Nizzolo ed Elia Viviani. Quest’ultimo è estremamente carico, forte di una stagione che l’ha visto afferrare l’oro olimpico su pista. Una stagione lunga, certo, durante l’ultimo scorcio della quale non ha dimostrato di brillare particolarmente; ma “mi sento sempre meglio, nelle ultime settimane ho avuto buone sensazioni in bicicletta”, fa sapere il velocista veneto. “Ho una grande chance e potrei non averne altre in carriera. Voglio provarci“, esclama ancora, consapevole di avere una squadra forte al suo fianco – “È un treno di qualità, non mi è capitato molto spesso di averne uno” – grazie alla quale potrà superare l’insidiosissimo tratto in linea nel deserto, il più temuto per l’incognita vento.

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