Peter Sagan: Zilina (Slovacchia) classe 1990. A soli ventisei anni, questo il suo palmares: 2 Campionati Mondiali, 1 Campionato Europeo, 1 Giro delle Fiandre, 2 Gand-Wevelgem, 5 maglie verdi consecutive e 7 tappe al Tour de France, 4 tappe alla Vuelta a Espana e 12 al Giro di Svizzera. Cos’altro aggiungere, se non che ci troviamo di fronte ad un atleta che è già storia dello sport mondiale?
Doha 2016, 89^ edizione dei Mondiali di ciclismo su strada, è l’ennesimo capolavoro compiuto dall’estroso corridore, appena dodici mesi dopo la prima maglia iridata conquistata a Richmond 2015. Due successi maturati in circostanze molto diverse: negli Stati Uniti con un attacco da finisseur che mette tutti nel sacco; qui in Qatar con un’attenta gara nelle fasi cruciali nel deserto ed un’impeccabile volata tra venti corridori.
Ma lui, guascone buontempone come sempre, quasi minimizza la prodezza, quasi fosse abituato oramai a vincere. “Ho avuto un po’ di fortuna perché sono stato l’ultimo a riuscire ad entrare nel ventaglio decisivo – racconta ripercorrendo quegli istanti concitati di corsa quando, a 170 km all’arrivo, il Belgio fa corsa dura e seleziona irrimediabilmente il gruppo – Prima di me erano entrati con grande tempismo mio fratello Juraj e Kolar”.
Riguardo alla freddezza mostrata in volata, in cui ha la meglio di due ex campioni iridati quali Mark Cavendish (Gran Bretagna) e Tom Boonen (Belgio), osserva: “Sono stato fortunato perché Giacomo Nizzolo, con molta correttezza, non mi ha chiuso alla transenna, così sono riuscito a passare e ho vinto alla grande“. E poi i ringraziamenti di rito “a tutti, ai compagni e ai numerosi tifosi che sono arrivati dalla Slovacchia“, conclude prima di baciare la medaglia d’oro e di indossare la nuova maglia iridata che porterà per altri dodici mesi.
Peter Sagan è il sesto atleta della storia a centrare una doppietta consecutiva in un Campionato del Mondo: prima di lui c’erano riusciti i belgi Georges Ronsse (1928-29), Rik Van Steenbergen (1956-57) e Rik Van Looy (1960-61) e gli italiani Gianni Bugno (1990-1991) e Paolo Bettini (2006-2007). Ora tocca a lui, il ciclone slovacco: prossimo obiettivo, a partire da Bergen 2017, sarà agguantare a quota tre successi i recordman Alfredo Binda, Oscar Freire, Riik Van Steenbergen ed Eddy Merckx. Poi, a questo punto tutto appare alla portata, diventare il primo della storia a siglare il poker.