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Icardi: galeotto fu il libro e quel che disse… Ora rischia posto e credibilità
Icardi Inter-Cagliari, Serie A. Ansa

Icardi: galeotto fu il libro e quel che disse… Ora rischia posto e credibilità

Odiato e avversato da tutti: la settimana tremenda di Mauro Icardi è culminata oggi col rigore sbagliato col Cagliari. In mezzo accuse, polemiche e frasi molto…

In principio fu Maradona, con quel «io non parlo dei traditori» che ha innescato la pronta risposta del capitano interista («Non è un esempio per nessuno»). Tutto per colpa della stranota querelle che ha riguardato lo stesso Icardi e l’ex amico Maxi Lopez, la cui moglie Wanda Nara è diventata nel frattempo moglie di MI9.

Una storia fatta di minacce, esternazioni, gesti distensivi non dati reciprocamente, strette di mano non concesse e tanti comportamenti particolari. D’amore, calcio e altre sciocchezze, parafrasando Guccini. Ma tant’è: già dal 2013 Mauro Icardi ha fatto parlare di sé, combinandone poi una dopo l’altra.

Le più pesanti però, cioè quelle destinate ad avere conseguenze nefaste sul suo futuro immediato, riguardano alcune frasi che sono contenute nel suo libro Sempre avanti, la mia storia segreta (Sperling & Kupfer) e che si riferiscono, in maniera colorita, al celebre incontro-scontro che Maurito ebbe con gli ultras della curva al termine di Sassuolo-Inter nel febbraio 2015.

Nella ricostruzione fornita l’argentino non ha usato mezzi termini riferendosi a un capo ultrà, reo di aver rubato la maglia e i pantaloncini che lui aveva dato a un bambino («Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti’. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo»), e sottolineando lo scontro avvenuto con gli ambienti più caldi del tifo nerazzurro.

Queste le sue parole: «I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”. Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per far capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce”. (…) un capo storico viene da me: pretende ancora le mie scuse”.

Questa la risposta di tutto punto dell’argentino: «Non devo chiedere scusa a nessuno di voi, se vi va bene perfetto, altrimenti ciao… Oggi fra me e i tifosi della Nord c’è rispetto reciproco, come è giusto che sia. Anche loro hanno un ruolo importante per il successo della squadra…».

Per questo oggi la Nord non gli ha perdonato quelle frasi, contestandolo sin dall’inizio della partita e fischiandolo sonoramente dopo il penalty clamorosamente fallito sullo 0-0. Si prospettano giorni duri per Maurito l’argentino: la società prenderà probabilmente provvedimenti e la contestazione fatta partire dalla Nord potrebbe anche allargarsi.

Sullo sfondo resta anche, taciuta ma non nascosta, quella telenovela di mercato estivo durata per qualche giorno: Icardi al Napoli. Non se ne fece niente, allora, ma era il sogno che qualcosa in pentola già bolliva… Ora Icardi dovrà aspettarsi qualcosa: i tifosi l’hanno già minacciato, con uno striscione poco raccomandabile sotto casa. Lui però non si farà senz’altro intimidire. Come dice nel libro…

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