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Champions, 5ª giornata: Juve dalle stalle alle stelle, a Siviglia rimontona 3-1 e ottavi in tasca!
Bonucci-Marchisio-Evra Siviglia-Juventus, Champions. Twitter

Champions, 5ª giornata: Juve dalle stalle alle stelle, a Siviglia rimontona 3-1 e ottavi in tasca!

Prima vedi l’inferno, poi la fortuna gira e la serata cambia sapore: a Siviglia la Juve rischia grosso, barcolla ma poi sbanca il Sanchez-Pizjuan 3-1 e ottiene gli ottavi.

È un successo di grande spessore, quello della Juve. Perché arriva senza preziosismi e brillantezza, ma testimonia comunque la saldezza d’animo e la forza di carattere del gruppo bianconero di Allegri, forgiato per resistere ai naufragi e rialzarsi in mezzo alle difficoltà. Così la Vecchia Signora firma l’impresa su un campo, quello degli andalusi tricampioni d’Europa League, fra i più difficili di tutta la competizione.

Parte male la gara della Juve, che al 9’ su azione da calcio d’angolo avversario – un classico, quest’anno – incassa il colpo: Pareja, difensore che non segnava da quasi 2 anni (3 gennaio 2015), pesca il jolly sotto forma di destro al volo dal limite, con Dani Alves che lo lascia inspiegabilmente solo e Buffon che non può arrivarci.

La Juve accusa il colpo, Mandzukic è isolato lì davanti, nonostante abbia sulle ali due ottimi fluidificanti come Cuadrado e Alex Sandro; gli andalusi di Sampaoli si difendono eccome, mostrando a tutti perché in Europa non hanno mai preso gol quest’anno.

La svolta però arriva al 36’: Franco Vazquez, già ammonito, rifila il secondo giallo tanto evidente quanto sciocco e lascia amMudoliti compagni e tecnico. Col Siviglia in dieci la partita cambia, e in bene, per la truppa bianconera: sull’ultimo calcio d’angolo del primo tempo Mercado trattiene Bonucci in area, Clattenburg decide per il rigore. Generoso forse sì, inventato no; Marchisio va dal dischetto e freddamente trasforma. Dopo un’orrenda mezz’ora in un quarto d’ora la Juve può dire di averla raddrizzata.

A quel punto però è lecito, se non doveroso, rischiare il tutto per tutto: agli uomini di Allegri il pari servirebbe a poco ma Sampaoli, tarantolato fino all’espulsione a inizio ripresa, alza le barricate e tutto sommato il suo Siviglia non rischia granché. La Juve non è briosa, fatica da matti a centrocampo dove Pjanic è spento e senza idee, ma la difesa è energica e non va mai in ambasce, con un Rugani strepitoso e migliore in campo.

Sotto il peso del calo fisico e di uno schiacciamento generoso ma che non vasta, il Siviglia finisce punito al 39’ dalla Juve che completa il ribaltone: Leo Bonucci, in proiezione offensiva, scarica nella porta il gol dell’1-2 confermandosi uomo dai gol pesanti come macigni. Nel finale – dopo l’ingresso storico del primo 2000 nella storia della Champions, il bianconero Keanmette la firma pure Mandzukic col bel gol dell’1-3. La Juve va in paradiso: a dicembre con la Dinamo Zagabria basterà vincere per arrivarci in prima classe col primo posto in tasca.

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