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Davide Malacarne passa in MTB

Davide Malacarne passa in MTB

Ha sperato in un contratto fino all’ultimo, Davide Malacarne, ma quando ha capito che le cose non stavano andando nella giusta direzione ha compiuto la sua scelta: abbandonare la strada e dedicarsi alla Mountain Bike.

Trentenne bellunese, ha militato nella sua carriera per quattro stagioni alla Quick Step, per tre alla Europcar e nelle ultime due alla Astana. Proprio la formazione kazaka non gli ha rinnovato la fiducia in vista del 2017 e così è stato costretto a guardarsi incontro. Le indiscrezioni parlavano di un accordo imminente con la Wilier-Selle Italia, la squadra Professional di Angelo Citracca, ma come ammesso dallo stesso corridore, non c’è stato alcunché di concreto.

Da qui la decisione di intraprendere una nuova avventura in mountain bike: “Forse era una cosa che coltivavo, ma che però speravo di raccogliere tra qualche anno”, è il suo pensiero postato sul suo profilo facebook ufficiale, in cui traspare un pizzico di rammarico per non aver avuto un’altra opportunità di restare sull’asfalto. La sua nuova squadra sarà il DMT Racing Team posseduto dalla famiglia Zecchetto, che ringrazia calorosamente per avergli offerto un posto in organico.

Si tratta in realtà di un ritorno nella categoria, dal momento che il corridore ha già disputato qualche gara ai tempi delle giovanili. Ma le sue potenzialità dovranno ancora essere esplorate e lui stesso non sa dove potrà arrivare in questo nuovo ruolo. Anticipa, però, che disputerà le gare più importanti della stagione, comprese quelle di Coppa del Mondo, guardando magari ai Mondiali di Marathon del 2018 che si disputeranno ad Auronzo di Cadore, di fatto a pochi passi da casa.

E se le cose dovessero andare nel migliore dei modi, spera di poter fare un pensiero anche per le Olimpiadi di Tokyo 2020 proprio nella specialità del cross country. Dunque sarà escluso del tutto un ritorno su strada? Niente affatto, assicura Malacarne, speranzoso di riuscire a prendere parte a qualche gara, magari con la maglia della nazionale, con cui spera di collaborare in qualità ditestimone perfetto della multidisciplinarietà” che nel ciclismo contemporaneo è vista sempre più come un punto di forza.

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