Il Giro d’Italia 2017 comincia sotto una cattiva stella. Neanche il tempo di gustarsi la presentazione in grande stile delle 22 squadre in partenza da Alghero, dove tra poche ore prenderà il via la prima tappa, che giunge inattesa la notizia della positività di due corridori italiani.
Si tratta del trentenne scalatore Stefano Pirazzi (maglia azzurra al Giro 2013 e primo in una tappa l’anno successivo) e del ventiseienne velocista Nicola Ruffoni (recente vincitore di due frazioni al Giro di Croazia), entrambi in forza alla Bardiani-Csf, una delle quattro squadre invitate al Giro 100 in virtù del titolo di campione d’Italia conquistato al termine della stagione 2016.
Un annuncio sconcertante, diramato dall’Unione Ciclistica internazionale e ripreso dalla compagine Professional attraverso un comunicato ufficiale. La violazione dei due ciclisti sarebbe avvenuta in controlli a sorpresa avvenuti fuori competizione il 25 aprile nel caso del velocista e il giorno seguente nel caso dello scalatore. L’ormone della crescita GH-Releasing Peptides (GHRPs) la sostanza incriminata per entrambi.
La Bardiani-Csf comunica l’immediato allontanamento dei due corridori dalla Corsa Rosa, in cui avrebbero dovuto svolgere il ruolo di capitani, e la contemporanea sospensione immediata dalla squadra. Qualora l’esito delle controanalisi confermasse la positività, scatterebbe il licenziamento automatico. Immediata la reazione di Bruno e Roberto Reverberi, manager del team, che si dicono “assolutamente scioccati” dalla notizia e ribadiscono il loro intento di “salvaguardare i valori che il nostro progetto sportivo ha portato avanti in questi anni”.
Una mazzata per l’intera compagine perché, a causa della doppia positività nell’arco di dodici mesi, rischia una sospensione da parte dell’Uci per un periodo di tempo che va dai 15 ai 45 giorni, da scontare ovviamente dopo il Giro. Segue, infine, la nota da parte del Giro d’Italia, in cui si legge che “la Direzione stessa ed RCS Sport si riservano di tutelare in tutte le sedi opportune l’immagine ed il buon nome del Giro d’Italia”.