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Serie A, le pagelle del campionato: i top
can - 11.01.2017 - Torino - Coppa Italia Tim - Juventus-Atalanta nella foto: Mario Mandzukic segna il gol dell ' 1 a 0

Serie A, le pagelle del campionato: i top

Mondiali.net dà le pagelle al campionato di Serie A: dalla trionfal Juventus alla rivelazione Atalanta, da Francesco Totti al miracolo Crotone, qui i top.

JUVENTUS 10 E LODE. Parlare dei record frantumati da questa Juventus giunta al sesto scudetto di fila è quasi obsoleto o eufemistico. 91 punti fatti, proprio come lo scorso anno. Ancora miglior difesa con soli 27 gol subiti. 18 vittorie su 19 sfide allo Stadium.

Ancora una volta la Vecchia Signora ha cannibalizzato la Serie A, rallentando solo a pochi metri dal traguardo una marcia inarrestabile che l’ha vista in testa dalla prima all’ultima giornata. Dei capolavori tattici di Max Allegri si è parlato a lungo: il nuovo 4-2-3-1 ha fatto faville, in Italia e in Europa. La Juventus s’è presa tutto: quella del sessennio è già leggenda, più in alto dei bianconeri del quinquennio ’30-’35.

ATALANTA 10. Un’annata a dir poco stellare, conclusa col miglior risultato di sempre nella storia del club: 4° posto, che ha migliorato il quinto della stagione 1947/48. La Dea bergamasca è arrivata davvero in una posizione da vertigine pura: difficile solamente immaginarlo a inizio stagione, quando i risultati balbettanti sembravano aver messo sul lastrico Gian Piero Gasperini.

E invece il tecnico ex Genoa s’è superato, plasmando un gruppo che ha unito all’esperienza di un Papu Gomez straordinario (doppia doppia: 16 gol e 12 assist per la sua miglior stagione di sempre) l’estro dei tantissimi talenti che sono già o saranno appetiti dal prossimo mercato: da Gagliardini (passato a gennaio all’Inter) ai difensori-bomber Caldara e Conti, da Kessié a Spinazzola a Petagna. L’Atalanta l’anno prossimo andrà in Europa: e mantenendo lo zoccolo duro della rosa potrebbe togliersi grosse soddisfazioni.

ROMA E NAPOLI 9. Una stagione da record (di punti), anche se da comprimarie. L’hanno messo a frutto le due grandi sconfitte nel triello scudetto con la Juventus. Vanno fatti i dovuti distinguo.

Gli 87 punti romanisti non sono bastati per centrare lo scudetto nella stagione che ha sancito l’ingresso nella storia del club di Edin Dzeko (29 gol, capocannoniere della Serie A e miglior marcatore giallorosso di sempre) e l’addio commovente e disperatissimo del suo eterno capitano Francesco Totti. Togliendo qualche passaggio a vuoto, tipo le sconfitte esterne contro Atalanta e Sampdoria e il clamoroso tonfo nel derby di inizio maggio, la Roma avrebbe potuto essere anche più in alto. Ma a Trigoria sono abituati da anni a vivere di rimpianti. Ora che pure l’ottavo re di Roma chiamato Totti ha appeso maglia e scarpini al chiodo c’è spazio solo per la malinconia.

Anche il Napoli ha fatto il record di punti, arrivando a 86 e migliorando di 4 lo score dell’ultimo anno in azzurro del core ingrato Higuain. Senza Pipita gli azzurri di Sarri hanno fatto pure meglio. Ma per i paradossi del calcio hanno finito addirittura terzi. Qualche passaggio a vuoto, come i mezzi passi falsi con Pescara, Palermo e Sassuolo e la sconfitta interna contro la fat-Atalanta, ha compromesso la corsa scudetto. Eppure il calcio migliore d’Italia e un Dries Mertens da 28 gol sono tasselli da cui ripartire per tentare l’assalto a quel tricolore che a Napoli è un imperativo categorico da anni.

LAZIO 8+. Peccato per le tre sconfitte nelle ultime tre uscite stagionali: la Lazio fino ad allora perfetta di Simone Inzaghi ha infranto i suoi sogni chiamati Coppa Italia e 4° posto proprio nel rush finale. Eppure il 5° posto finale alle spalle dell’Atalanta non è affatto un mesto traguardo da buttare, anzi.

La scorsa estate i biancocelesti entravano in una specie di tunnel dallo sbocco incerto dopo il rifiuto del Loco Bielsa. Con una squadra arrangiata e quasi identica a quella dello scorso anno, con un allenatore confermato da Lotito in fretta e furia, la Lazio è partita in sordina ma poi si è conquistata stima e credibilità di tutti gli addetti ai lavori. Tre nomi, nello scacchiere laziale, meritano menzione: Milinkovic-Savic e Keita sono giovanotti di belle speranze già fatti grandi; Ciro Immobile è tornato ai suoi livelli, chiudendo a 23 gol e migliorando di una rete lo score che lo fece capocannoniere col Toro nel 2013-14. La Lazio torna in Europa: meritatamente. E l’anno prossimo in Serie A chissà cosa succederà.

CROTONE 8. È una delle note più entusiasmanti e miracolose di questa Serie A. La matricola Crotone ha conquistato negli ultimi 90’ una salvezza cui hanno creduto solamente in riva allo Ionio, nello scetticismo generale dell’intera classifica.

Al giro di boa a gennaio i Pitagorici avevano la miseria di 9 punti. In tanti avevano già preparato i titoli di coda sul primo anno di Serie A dei rossoblù calabresi. Invece la squadra di Nicola, grazie a una dedizione erculea e a una voglia matta di stupire, hanno imbastito una rincorsa salvezza senza precedenti, totalizzando ben 25 punti in 19 partite con una media punti da far invidia alla postazione Champions e infilando allo Scida squadre ben più attrezzate come Inter, Udinese e Lazio da ultimo (col Milan che s’è salvato solo grazie ad alcune clamorose sviste).

Miracolo di Calabria, insomma: con uno spumeggiante Davide Nicola in panchina, con l’eroe Andrea Nalini a siglare la doppietta decisiva (lui che 4 anni fa era in Serie D e faceva l’operaio a 800 euro in una nota società del confezionamento carne), e con bomber Diego Falcinelli salito a quota 13 gol. Il Crotone si è salvato: auguri e complimenti sinceri per la Remuntada in salsa calabra che vale la permanenza in Serie A.

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