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Serie A, le pagelle del campionato: i voti medi
16.01.2017 - Torino - Serie A 2016/17 - 20a giornata - Torino-Milan nella foto: Gianluigi Donnarumma - Milan Calcio

Serie A, le pagelle del campionato: i voti medi

Mondiali.net dà le pagelle al campionato di Serie A: dalle “solite solide” al Milan tornato in Europa alle realtà di Torino e Sassuolo, qui i voti medi.

C’è un drappello di squadre che ottiene voti al di sopra della mera sufficienza perché hanno vinto il loro campionato con un largo anticipo: salvandosi senza ambasce, facendo di stabilità e solidità le loro caratteristiche. Voto di un quarto inferiore per Torino e Sassuolo, che c’avevano abituato a posizioni più alte e che hanno chiuso leggermente al di sotto del loro potenziale.

CAGLIARI 7. Finire undicesimi da neopromossa non è da tutti. Il Cagliari di Rastelli ha chiuso l’anno con 76 gol subiti e 55 fatti, ma nel primo anno del ritorno in massima serie s’è tolto comunque grosse soddisfazioni, come i trionfi in casa con la Roma e a San Siro contro l’Inter. Stagione molto positiva, costellata dalle giocate dei vari Sau, Joao Pedro e Farias e incastonata dai 16 gol del bomber Borriello. Che ha vinto la scommessa con Vieri e si prepara ora a “scroccare” una vacanza a Formentera a casa di Bobone.

TORINO 7. Nono ma con più di qualche rimpianto. Il Torino di Mihajlovic, nonostante il record di reti segnate (Belotti ha chiuso a 26 gol, migliorando pure l’ultimo primato di Immobile), chiude la stagione dopo qualche soddisfazione – le vittorie contro Roma e Fiorentina e il preziosissimo punto strappato allo Stadium che ha interrotto la striscia quasi infinita di vittorie consecutive dello Stadium – eppure i granata avrebbero potuto fare di più stanziandosi almeno nella zona a ridosso dell’Europa.

Bene Ljajic e Iago Falque (molto meno il neoarrivato Iturbe); bene il centrocampo con Baselli che farà parlare ancora di sé; ma dietro il Torino ha ballato parecchio, anche per colpa di un Joe Hart a lungo delizia e croce.

SAMPDORIA 7. La Samp del primo anno di Giampaolo è piaciuta nel complesso, finendo all’ultimo gradino della Top-10. Nell’anno in cui Quagliarella s’è finalmente tolto dal cuore il peso della brutta vicenda di stalking chiudendo per l’ennesima volta in doppia cifra la Doria ha fatto scoprire l’incredibile talento di Patrick Schick: quest’estate Ferrero lo rivenderà a peso d’oro, facendo una plusvalenza non indifferente.

Altri nomi da tenere a mente: oltre al solito Muriel, anche quelli dei vari Skriniar, Praet, Bruno Fernandes e soprattutto Torreira. Il Baciccia blucerchiato ha vinto alla grandissima il duello cittadino con il Genoa: e non solo per i due derby vinti.

SASSUOLO 6,5. Mannaggia all’Europa League: la prima competizione europea nella storia dei neroverdi ha complicato maledettamente le cose nel girone d’andata, togliendo tante energie fisiche e mentali alla squadra di Eusebio Di Francesco che l’anno scorso aveva stupito tutti.

Nella seconda parte di stagione la squadra emiliana si è ritrovata, grazie ai suoi uomini simbolo come Magnanelli e Berardi e alle novità rappresentate dai vari Politano, Iemmello, Sensi e Pellegrini. Ora si apre il toto-allenatore per il post Di Francesco: il Sassuolo però è una squadra attrezzata per raggiungere qualsiasi obiettivo. Magari quello di tornare in Europa al più presto.

UDINESE 6,5. Fra qualche alto e basso ma pur sempre sulla cresta dell’onda. L’Udinese, che è stata prima di Colantuono e poi è passata fra le mani esperte di Luigi Delneri, ha giocato nel suo nuovo gioiellino, la Dacia Arena, secondo stadio di proprietà in Italia, e a volte l’ha fatto bene, mettendo in luce il talento dei vari Jankto, Fofana e De Paul. I bianconeri hanno rischiato pure di sgambettare la Juventus, sia all’andata che al ritorno; sarebbe stata la ciliegina sulla torta di una stagione comunque onesta.

MILAN 6. Sufficienza stentata, nonostante una Supercoppa Italiana messa in bacheca sotto Natale. Il bicchiere rossonero è mezzo pieno e contemporaneamente mezzo vuoto: certo, dopo anni il Diavolo è tornato in Europa, seppure quella dei piani bassi dell’Europa League; eppure si è chiuso con23 punti di distanza dalla zona Champions e a -9 dall’Atalanta, prima delle squadre cosiddette “normali”.

Nell’immaginario milanista restano i due trionfi contro la Juventus (gara d’andata in Serie A firmata dal bellissimo gol del baby Locatelli e Supercoppa Italiana appunto); tanti sono convinti che Vincenzo Montella potesse fare di più con un tale organico a disposizione. Eppure le distanze con le grandi del calcio italiano restano: vedansi sconfitte contro Empoli e Cagliari, e punti persi contro altre piccole. L’anno prossimo i cinesi dovranno mettere mano al portafoglio per rifondare il Milan.

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