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Vuelta 2017, il Pistolero depone le armi: addio con gloria per Alberto Contador!
Alberto Contador @PhotoGomezSport

Vuelta 2017, il Pistolero depone le armi: addio con gloria per Alberto Contador!

Il 10 settembre 2017 sarà una data che resterà a lungo negli almanacchi del ciclismo: nello stesso giorno in cui Chris Froome realizza l’accoppiata Tour – Vuelta, vincendo due Grand Tour consecutivi come pochissimi nella storia hanno saputo fare (diciannove anni dopo l’ultima volta targata Marco Pantani), c’è un campione inimitabile che lascia l’attività agonistica: è Alberto Contador, semplicemente il più amato corridore del nuovo millennio.

Arriva al capolinea la parabola agonistica del più grande atleta di corse a tappe degli ultimi vent’anni, capace di conquistare due Giri d’Italia, due Tour de France e tre Vuelta a Espana, ma soprattutto di far innamorare gli appassionati con la sua danza sui pedali, divenuta un inconfondibile marchio di fabbrica. Per tutti è il Pistolero, come è ribattezzato per la sua esultanza ogni qualvolta termina una gara a braccia alzate.

E l’ultimo colpo l’ha sparato nel momento più importante, la frazione decisiva della corsa di casa col traguardo posto in cima al terribile Angliru, una delle salite più dure d’Europa. Sensazionale la sua condotta di gara, sempre all’attacco in ciascuno dei giorni che hanno composto la kermesse iberica: costretto a rinunciare ai propositi di classifica generale a causa delle sofferenze fisiche patite nella prima settimana, ha fatto nelle tappe seguenti ciò che meglio di chiunque altro sa fare, ovvero emozionare.

C’è chi può vantare nel proprio palmares quattro Tour de France e anche una doppietta con la Vuelta, ma non ce ne voglia se diciamo che la storia non si conquista solo con i freddi numeri. Il pubblico ama i temerari che non hanno timore di saltare pur di far saltare il banco; il pubblico ama Alberto Contador, che mancherà a tutti sin dal prossimo anno. “Non poteva esserci finale più bello: vincere sull’Angliru e porre fine alla mia carriera come professionista – le parole del trentacinquenne scalatore madrileno – Avevo ben chiaro nella mia mente che era il mio giorno e dovevo dire addio in questo modo. Non c’era modo migliore per chiudere“.

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