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CDM Scherma, il fioretto donne torna a trionfare; seconda la sciabola uomini

CDM Scherma, il fioretto donne torna a trionfare; seconda la sciabola uomini

Il weekend di Coppa del Mondo di scherma si conclude, come di consueto, con le prove a squadre. Ottiene grossi risultati l’Italia, che conquista la medaglia d’oro nel fioretto femminile impegnato a Saint Maur e quella d’argento nella sciabola maschile di scena ad Algeri.

Fioretto donne. Ci avevano abituato troppo bene le nostre ragazze e si sentiva la mancanza di un successo, dal momento che nella prima uscita stagionale di Cancun non era arrivato il risultato più alto. Arianna Errigo, Alice Volpi, Camilla Mancini e Francesca Palumbo (quest’ultima scelta dal commissario tecnico Andrea Cipressa per sostituire Martina Batini) si riscattano sulle pedane francesi e sconfiggono una ad una le avversarie.

Il percorso di giornata comincia con la vittoria sull’Ucraina per 45-27 e prosegue con quella ai quarti sul Canada per 45-31. In semifinale è la Cina ad arrendersi alle nostre per 45-32, mentre in finale c’è l’ennesimo match contro la Russia: stavolta vinciamo noi per 45-38 al termine di una gara condotta sin dall’inizio.

La prossima tappa del fioretto femminile coinciderà con il Grand Prix FIE in programma a Torino dal 1 al 3 dicembre.

Sciabola uomini. Dopo il secondo posto di Enrico Berrè nell’individuale, anche la squadra guidata dal ct Giovanni Sirovich ottiene lo stesso risultato: Luca Curatoli, Luigi Samele, Enrico Berrè ed Aldo Montano si arrendono soltanto in finale alla Germania, che ha la meglio per 45-28, ma migliorano il terzo posto nell’ultima uscita della scorsa stagione, vale a dire i Mondiali di Lipsia.

È una passeggiata il primo turno contro il Belgio, strapazzato per 45-17. I nostri sono poi abili ad aggiudicarsi il match dei quarti contro l’ostica Francia, piegata per 45-39, mentre in semifinale è la forte Ungheria ad uscire sconfitta per 45-34 (magiari alla fine terzi grazie alla vittoria sull’Iran nel match valido per il bronzo), prima dell’ultimo atto che ha sorriso al quartetto teutonico.

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