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Coppa Italia, semifinale: Atalanta-Juventus 0-1, la decide l’accoppiata Higuain&Buffon
Buffon Atalanta-Juventus, Coppa Italia. Twitter

Coppa Italia, semifinale: Atalanta-Juventus 0-1, la decide l’accoppiata Higuain&Buffon

Uno segna un gol bellissimo per tecnica e prepotenza, l’altro a 40 anni blinda la porta e para un rigore: Higuain e Buffon mettono la firma in Atalanta-Juventus.

La Vecchia Signora mette un piede nella finale di Coppa Italia: 90’ separano i bianconeri dalla quarta finale consecutiva della  Coppa nazionale. Una bella abitudine che Massimiliano Allegri ha invitato tutti i suoi a tenere a mente. La Juve gioca cattiva e aggressiva quando serve, gioca una gara tatticamente ineccepibile a parte qualche difficoltà nel finale e nella nebbia di Bergamo conferma il carattere granitico di una squadra abituata a vincere. Si avvicina dunque la prima finale della stagione: per una Juve cannibalesca che per strada non vuole lasciare neppure le briciole.

La partita si apre con il lampo di Higuain: il Pipita prende palla sulla trequarti e s’invola verso la porta di Berisha; prima di calciare si beve in serpentina la confusa difesa atalantina e fa partire un diagonale di destro che più che da chirurgia è da storia dell’arte. Dopo essersi sbloccato in Serie A, l’argentino torna a segnare anche in Coppa Italia (5ª marcatura nelle ultime 6 uscite). Ma non è finita qui: Higuain è letteralmente indiavolato, sgasa e corre su tutto il fronte d’attacco, si danna l’anima mostrando uno stato di forma invidiabile e tocchi di palla importanti. Chiuderà la gara con oltre 61 palloni toccati: ben più della sua media stagionale (49). I numeri, a volte, dicono tutto.

Tornando alla partita: l’Atalanta si scompone subito accusando il colpo. Mandzukic e Costa sono treni instancabili sulle ali e lavorano sia di fisico che di velocità per sfiancare il centrocampo poco reattivo di Gasperini; i centrali pure sono sempre in ritardo e la Juventus dà la sensazione di poter controllare ordinatamente la gara.

Poco dopo il 20’ però arriva l’episodio che potrebbe riaprire il match: palla dalla trequarti, il gigante Cornelius spizza di tacco, la palla carambola sulla mano destra di Benatia; l’Atalanta e l’intero stadio immerso nella nebbia reclamano il rigore, che l’arbitro assegna col VAR; dal dischetto si presenta il Papu Gomez, ma in porta c’è Buffon che decide di festeggiare anche sul campo i suoi splendidi 40 anni e di prendersi tutta la scena, bloccando in tuffo il penalty. La Juventus tiene in vita il vantaggio, e prima dell’intervallo potrebbe anche raddoppiare con Matuidi. Il francese però è magistrale sia in copertura che negli inserimenti: una pedina ormai fondamentale nello scacchiere bianconero di Max Allegri.

Dopo un primo tempo irretito e involuto, la Dea torna dagli spogliatoi con le idee più chiare. Gasperini ha sicuramente lavorato sul morale dei suoi ragazzi, che tornano in campo con spirito più volitivo. La Dea, d’altronde, sa essere bella e combattiva appena può. Cornelius resta in panchina, in attacco va Ilicic; si ricompone la coppia tutta fantasia con Gomez pronta a poter colpire.

La Juventus però vince spesso i contrasti e la batteria difensiva, a parte un De Sciglio poco pimpante sulla destra, riesce a tenere dritta la barra. Un indiavolato Higuain orchestra un paio di ripartenze, mostrando a tutti che non sa solo segnare ma anche lavorare per la squadra.

Succede praticamente poco o nulla fino agli ultimi minuti: a una manciata di minuti dal 90’, un mischione in area provoca un batti e ribatti pericoloso, sulla palla s’avventa il subentrato Petagna ma Buffon è ancora super nello sbarrare la strada a lui e all’Atalanta intera. Quarant’anni e non sentirli: signor, mister Buffon è ancora ben lungi dall’abdicare. La sua Juve vince ancora e avvicina un’altra finale.

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