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Doha 2019, il bilancio azzurro: sprazzi di luce, ma l’atletica italiana è ancora in penombra

Doha 2019, il bilancio azzurro: sprazzi di luce, ma l’atletica italiana è ancora in penombra

Si sono conclusi i Campionati Mondiali di atletica leggera di Doha 2019. Il bottino conquistato dall’Italia è costituito da una medaglia di bronzo, vinta da Eleonora Anna Giorgi nella 50 km di marcia. Un bottino identico a quello di due anni fa, quando allora fu Antonella Palmisano a salvare l’intera spedizione agguantando il gradino più basso del podio sulla distanza più corta del tacco punta.

Si può essere soddisfatti di ciò? Evidentemente no, sebbene dai vertici federali si diffonda un ottimismo a tratti esagerato e non giustificato. L’alloro è stato oltretutto conquistato in una specialità non olimpica, per cui, in vista di Tokyo 2020, c’è poco da essere felici.

Certo, le note positive non mancano ed è giusto evidenziarle: storica la finale di Filippo Tortu nei 100 metri, storico anche il record italiano dei 10000 metri abbattuto da Yeman Crippa e resistente dal lontano 1989; ottimi i riscontri di Davide Re nei 400 metri e nelle staffette (due delle quali già qualificate ai Giochi Olimpici), positivi gli esiti della marcia (chissà cosa sarebbe cambiato se Massimo Stano, uno dei migliori prospetti in questa disciplina, non fosse incorso nella penalità dello stop & go).

E poi? Nell’attesa di recuperare il vero Gianmarco Tamberi e di abbracciare a grandi livelli anche Stefano Sottile e nell’auspicio che Claudio Stecchi possa progredire ulteriormente nel salto con l’asta, è una pura constatazione che in alcuni settori siamo semplici comparse: quello dei lanci, per esempio, oppure quello delle prove multiple in cui anche la sola partecipazione è diventata utopia. E sui salti in lungo/triplo non va di certo meglio.

Vero è che l’atletica leggera è lo sport più globalizzato al mondo e che a Doha oltre quaranta nazioni sono andate almeno una volta a medaglia; altrettanto vero è che la Vecchia Europa non fa certo la parte del leone in questo panorama e soprattutto l’Italia è davvero piccina al cospetto di Paesi americani ed africani.

Ad ogni modo, il commento di Alfio Giomi, Presidente Fidal, è positivo: “È palese la crescita dell’atletica italiana”, il commento del numero uno, che ammette sì come si sia ancora lontani dai vertici internazionali, ma aggiunge che “io so da dove sono partito e so dove sono oggi”. Gli fa eco il DT La Torre, che afferma come “eravamo qui per capire quale consistenza avesse il movimento, ed è stata la conferma che abbiamo invertito un ‘mood”.

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