Negli ultimi anni si è visto un cambiamento nel modo in cui è amministrata l’educazione del pallone in Belgio: infatti, si diffondono sempre più accademie gestite dalla federazione e programmi tecnici proposti da autorevoli team nelle scuole primarie e secondarie.
Michel Sablon, che è direttore tecnico dal 2001, ha permesso di portare una ventata di freschezza nelle squadre tramite il 4-3-3 che forma giocatori in grado di effettuare ottimo palleggio e dribbling: pertanto, la nazionale dei talenti del Belgio è attesa in Brasile alla conferma di ciò che si è fatto negli ultimi anni.
La svolta è arrivata ai Mondiali di Francia del 1998, in cui il Belgio viene eliminato al primo turno: proprio per questo si sceglie Sablon, e comincia il programma della Golden Generation.
Purtroppo, i grandi club europei vengono a scegliere potenziali campioni interrompendo il percorso di crescita: secondo Kindermans, infatti, se n’è andato Januzaj, Musonda al Chelsea, Bossaerts al Manchester City e Azzaoui al Tottenham, che potrebbero invece fare bene nella giovanile e diventare poi grandi campioni nazionali.
Purtroppo, non si può evitare questo problema: Roland Breugelmans, direttore di lungo corso delle giovanili del Genk, ha detto che loro non possono competere quando arriva un’offerta dall’Inghilterra, perché i genitori spingono a prendere la somma offerta, che è 10 volte tanto.
Comunque, la “golden generation” può fare tanto: questi sono i Mondiali della maturità. Secondo Steven Martens, il capo della federcalcio belga, si tratta della prima volta di questo team in una competizione del genere. Senza dubbio il Belgio può farcela.