Quando ormai tutta la nazionale italiana è tornata a casa, si scoprono dei retroscena sulle dimissioni del tecnico Cesare Prandelli.
Conoscendo Cesare Prandelli è strano che abbia deciso di dimettersi solo a causa dell’eliminazione, per lui il risultato non è mai stato fondamentale ha sempre preferito giocare un buon calcio e dare il massimo, essere da esempio anche eticamente per tutte le altre squadre.
Sicuramente ci sono altri motivi che avranno spinto il mister Prandelli a lasciare e tornarsene a casa senza una squadra da allenare. Tutti ci ricordiamo quando Prandelli venne quattro anni fa alla guida della nazionale con dei propositi che furono apprezzati da tutti.
La nuova sfida del mister ex Fiorentina era di proporre un gioco molto offensivo che in qualsiasi momento della partita si pensava solo ad attaccare. Era una sfida che piaceva alla squadra infatti rispose con grande entusiasmo e i risultati sembravano arrivare man mano.
Prandelli quando arrivò quattro anni fa parlò anche di codice etico ovvero che tutti i giocatori dovevano rispettare delle regole di comportamento anche quando erano con le loro squadre di club per diventare così un esempio da seguire da tutte le altre nazionali.
Ma in questo Mondiale qualcosa non ha funzionato, a partire dalle convocazioni che molti non hanno mai digerito. Rimanere a casa Destro, Rossi e Toni per molti è stato un errore ma si sa parlare col senno di poi lo sanno fare tutti.
La cosa che il mister non ha affatto gradito sono state le parole che hanno espresso i “senatori” ovvero Gigi Buffon e compagni verso Mario Balotelli, infatti i giocatori hanno pubblicamente parlato alla stampa denunciando quello che secondo loro non è andato e Prandelli ha preso questa cosa come una delegittimazione e quindi ha preferito assumersi le responsabilità e lasciare il timone.