Le riforme erano da sempre nel programma elettorale che Carlo Tavecchio ha presentato al momento della sua candidatura come Presidente della Federazione Italiana Giouco Calcio: dopo essere state un po’ da tutti dimenticate, a causa di gaffes e polemiche, ora, a bocce ferme e ad acque più chete, sono tornate in forte rilievo e sembrano pronte per essere discusse ed approvate.
Ma in che cosa consistono queste riforme? Sono diversi i punti in ballo e le novità che potrebbero entrare in vigore già dalla stagione 2015-16 per provare a dare una svolta ad un movimento in piena crisi ed in cerca di rilancio: in primis la composizione dei campionati di Serie A e B (la Lega Pro si è già recentemente trasformata, con l’abolizione della Seconda Divisione e con il passaggio a tre gironi unici). Tavecchio punta principalmente ad una Serie A di 18 squadre ed una serie cadetta a 20, con quattro formazioni in esubero che scenderebbero di categoria.
Altro argomento fondamentale, la regolamentazione degli stranieri in campo, o meglio, degli italiani obbligatori: si parla di 6 Azzurri come numero minimo già dalla stagione 2015-16, una mossa importante e che allargherebbe il potenziale serbatoio da cui la Nazionale potrebbe attingere (non solo quella maggiore, ma anche quelle giovanili). Per quanto riguarda gli extracomunitari, Tavecchio sarebbe propenso ad ispirarsi al “modello inglese“, con l’istituzione di una commissione giudicante che esaminerebbe il “curriculum” dei giocatori che ispirano a giocare in Italia.
Tavecchio e la FIGC ambiscono a preparare ed ad approvare l’intero pacchetto di riforma nel giro di 8 mesi: l’obiettivo, quindi, è di avere un calcio italiano totalmente rivoluzionato già dalla stagione 2015-16. Staremo a vedere.