Non solo la grande rivoluzione dei campionati di Serie A e B, ma anche altri importanti e, in taluni casi, scottanti argomenti sono trattati all’interno della riforma del calcio italiano targata FIGC e Carlo Tavecchio: il nuovo presidente della Federazione Italiana Giouco Calcio infatti non punta solo a rinnovare il lato strettamente tecnico-organizzativo dei campionati (Serie A con 18 squadre, cadetti con 18 0 20), ma toccherà alcuni temi che non potranno che far discutere.
All’interno della riforma infatti, oltre alla regolamentazione per gli extracomunitari (con l’introduzione dei requisiti minimi per il tesseramento e l’istituzione di una commissione giudicante), l’obbligo del fairplay finanziario interno e la già annunciata sburocratizzazione della Federazione, dovrebbe essere dato il via libero alle multiproprietà: una norma che, inevitabilmente, farà storcere il naso e dare vita a mille dietrologie.
Il perché è quantomai semplice ed indirizza immediatamente al personaggio più discusso del momento, cioè Claudio Lotito: il Presidente della Lazio, grande sponsor di Carlo Tavecchio nel corso delle elezioni FIGC, infatti è co-proprietario anche della Salernitana (squadra militante in Lega Pro) e, quindi, con la regolamentazione delle multiproprietà otterrà senza dubbio una vittoria strettamente personale.
Nulla di segreto, anche perché la multiproprietà faceva parte del programma e manifesto elettorale del nuovo numero 1 della FIGC il quale però, anche stando a quanto riporta Il Fatto Quotidiano, starebbe accelerando proprio su questo tema, destando quindi non poche perplessità, con lo spettro del conflitto d’interessi sempre dietro l’angolo. Quindi ecco cosa cambierà: si potranno acquistare e possedere più società contemporaneamente purché non giochino e militino nella stessa serie: in tal caso resterà l’obbligo di cessione entro 30 giorni in caso di promozione.