Mancava solamente l’ufficialità di rito e questa è puntualmente arrivata: l’UEFA ha deciso di aprire formalmente un’indagine su quello che è accaduto mercoledì scorso, 17 settembre, fuori e dentro lo Stadio Olimpico in occasione di Roma-CSKA Mosca, match valevole per la prima giornata di Champions League e vinto nettamente dai giallorossi di Garcia per 5-1.
All’esterno dell’impianto nella Capitale, ricordiamo, due supporters ospiti sono stati feriti (uno accoltellato al torace, l’altro con una bottigliata in testa), mentre altri quattro tifosi russi hanno subito danni più lievi. Nella circostanza, inoltre, sono stati aggrediti anche i barellieri che hanno prestato soccorso: tutto questo, solo nel pre-partita in cui, secondo quanto risulta, sarebbero stati gli ultras del CSKA Mosca a far scattare la scintilla decisiva per questa escalation di violenza.
Per quanto riguarda invece ciò che è accaduto nel corso di Roma-CSKA Mosca, all’interno dello Stadio Olimpico, dalla Curva Nord verso quella giallorossa (con relativa risposta) è partito un lancio di fumogeni che ha costretto gli steward ad intervenire, seguiti poi delle forze dell’ordine con sospensione per alcuni minuti della partita. Inoltre, elemento emerso in questi giorni, sempre dal settore riservato alla tifoseria russa, sarebbero stati intonati cori a sfondo razzista nei confronti di alcuni giocatori di colore della Roma.
Il totale di questa serata nerissima è di 15 tifosi rossoblu fermati, più altri tre arresti all’esterno dello stadio con 4 DASPO emessi. Ora la UEFA ha deciso di intervenire ufficialmente: sono previste sanzioni per ambo le squadre, con il CSKA Mosca che, ovviamente, rischia molto di più: il 3 ottobre in programma la riunione decisiva della Commissione Disciplinare.