Un tempo grande rivale e cugino odiato, oggi allenatore disoccupato che aiuta a trovare i difetti degli avversari. Questo è Roberto Mancini per la Roma. Una lunga carriera con i colori della Sampdoria prima dello storico passaggio alla Lazio, con cui giocò derby capitolini memorabili a cavallo tra gli ultimi anni Novanta e i primi anni Duemila, prima di un più che avvincente percorso sulle panchine europee più prestigiose.
Tra queste, proprio il Manchester City, prossimo avversario dei giallorossi in Champions League, in quella che è, a detta di molti, la partita decisiva per stabilire la seconda forza di un girone prevedibilmente dominato dal Bayern Monaco di Pep Guardiola. Per il tecnico marchigiano quattro anni nella città inglese, tra il 2009 ed il 2013, conditi dallo storico trionfo in campionato, evento più unico che raro per la storia dei citizens, al termine di una stagione memorabile.
Ora, Mancini è in cerca di una nuova “casa”, accostato a più riprese a panchine blasonate come quelle di Napoli, Portogallo e, ultima in ordine di tempo, Paris Saint Germain, e può quindi permettersi di dare consigli alla Roma, a cui era addirittura stato vicino la scorsa stagione prima dell’arrivo di Rudi Garcia.
Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, il “Mancio” analizza il calcio degli uomini di Pellegrini, sottolineando come esso sia atipico per il mondo inglese, in quanto fatto di un lungo possesso palla e di repentine verticalizzazioni, sia verso gli esterni che verso il centro, dove Aguero e compagni sono molto ben forniti.
Il loro tallone d’Achille? Secondo Mancini sta nella difficoltà a gestire le ripartenze avversarie, per cui, sempre secondo il tecnico ex Inter, la Roma dovrà sfruttare al meglio i contropiedi che saranno sicuramente concessi dall’armata anglosassone, magari utilizzando la velocità del recuperato Iturbe.
Anche sulla possibile favorita, Mancini non ha dubbi: meglio la Roma al completo, ma senza De Rossi, Castan e Astori i giochi sono molto più aperti.