Inizio a dir poco drammatico, sportivamente parlando, per una delle “nobili” (che appare decaduta) del calcio tedesco, cioè il Werder Brema: i biancoverdi, guidati quest’anno da Robin Dutt, dopo il successo in trasferta dell’Amburgo contro il Borussia Dortmund, sono attualmente il fanalino di coda della Bundesliga.
Quattro punti in sette partite, questo il finora magro bottino per un club che, nato nel 1899, ha abituato i propri tifosi in passato a ben altri palcoscenici: basti pensare ai quattro titoli di Germania vinti (l’ultimo dei quali nel 2003-04, nell’era-Schaaf), senza scordarci le 6 Coppe di Germania, le 3 Supercoppe, 1 Coppa di Lega, 1 Coppa delle Coppe e le tante partecipazioni alla Champions League ed alla Coppa UEFA (nella quale raggiunse la Finale nella stagione 2008-2009).
I tempi sono cambiati e, finora, le cose al Weserstadion non sono andate per niente bene: non è bastato ovviamente l’1-1 di sabato scorso per cambiare le cose, anzi: il Werder Brema ha pareggiato con il Friburgo in quella che, allo stato delle cose, è a tutti gli effetti una sfida salvezza, decisa da Darida (su rigore) e da Di Santo.
I biancoverdi, in cui spicca la presenza dell’ex oggetto misterioso nella Juventus Eljero Elia, non sono però gli unici a passarsela male, fra le big: l’Amburgo si è risollevata sì, nell’ultimo fine settimana, ma resta comunque al penultimo posto, insieme allo Stoccarda (Campione di Germania nel 2006-07, sembra una vita fa); ed allo stesso Friburgo. Impressionano anche i soli 7 punti dello stesso Borussia Dortmund di Ciro Immobile, in piena crisi, che rischia dopo anni di successo con Klopp, di doversi guardare più alle spalle che davanti a sé.
Nell’elenco si possono anche inserire Herta Berlino (la squadra della Capitale) e lo Schalke 04, che hanno ottenuto 8 punti: proprio a Gelsenkirchen è stato esonerato in questi giorni Jens Keller, sostituito da Roberto Di Matteo. Tutte squadre che, nonostante un inizio no, possono ancora puntare a risalire la china, per vivere perlomeno una Bundesliga tranquilla, grazie ad una classifica ancora molto corta: basti pensare che, dall’ultimo posto, alla zona europea, ci sono solo 7 punti di distanza.