Nella sua autobiografia, il campione di Barcellona e Uruguay, Luis Suarez, ritorna a parlare dell’episodio del Mondiale che gli è costato una squalifica di 4 mesi.
L’attaccante del Barcellona e dell’Uruguay ha finito da poco di scontare la squalifica ed è tornato in campo, e nella sua autobiografia “La mia vita” è tornato sull’episodio del “morso”. Il libro sarà pubblicato nel corso delle prossime settimane ma il quotidiano spagnolo Sport ha pubblicato una anteprima.
Suarez in merito al celebre morso al Mondiale ha scritto:
“Mi hanno trattato come un criminale. Ho dovuto firmare il contratto quasi clandestinamente, senza che diventasse una questione pubblica. Se ci fosse stata una clausola `morso´ l’avrei firmata lo stesso. Ma non c’era alcuna mancanza di fiducia in me. Ho fatto un errore. È stata colpa mia. Mordere spaventa un sacco di gente, ma è relativamente innocuo o almeno lo è stato negli incidenti in cui sono stato coinvolto”.
Suarez racconta poi del suo ritorno in squadra al Barça e della simpatica accoglienza di Luis Enrique:
“’Bene, lo hanno finalmente tirato fuori da Guantanamo per essere con noi in allenamento’. Tutti hanno applaudito il prigioniero liberato. Io ho cercato di non arrossire”.
L’ex Liverpool inoltre confessa di essere stato vicinissimo a diventare un giocatore dell’Arsenal:
“Gerrard mi ha convinto a non firmare per i Gunners: aveva ragione, sarebbe stato un errore”.
Infine parla del suo carattere e di quello appare all’esterno:
“Le persone parlano di me come se fossi un giocatore problematico, ma dovrebbero parlare con i miei colleghi e cercare di trovare uno solo che la pensa così”.