Roman Kreuziger non ci sta. Il corridore ceco in forza alla Tinkoff – Saxo vuole respingere fermamente le accuse di chi lo reputa colpevole di aver assunto sostanze dopanti, a causa di alcune anomalie riscontrate nel suo passaporto biologico che l’hanno costretto ad uno stop forzato.
Il Comitato Olimpico Ceco l’ha assolto da ogni accusa, ma Uci e Wada sono fortemente intenzionate ad andare avanti nell’inchiesta che lo riguarda e hanno già dichiarato di aver presentato ricorso al Tas di Losanna per chiedere una squalifica di ben quattro anni, oltre ad una multa di oltre 700 mila euro e alla cancellazione di tutti i risultati ottenuti dal 2011 in poi (tra cui Amstel e una tappa al Giro d’Italia).
Attraverso un comunicato apparso sul suo sito ufficiale, il vincitore dell’edizione 2013 dell’Amstel Gold Race vuole dimostrare tutta la sua trasparenza e pubblica i dati del suo passaporto, visibili da chiunque, con annesse dichiarazioni rilasciate al riguardo da esperti indipendenti. Sottolineando di non essere mai stato trovato positivo ad alcun controllo antidoping, l’atleta ventottenne aggiunge di non essersi neanche lontanamente avvicinato ai valori limite -per i quali può scattare la sanzione- e quindi chiede di essere lasciato libero di potersi dedicare alla passione della sua vita, il ciclismo, della quale è privato da oltre un anno a questa parte.
“Non mi sono mai dopato“, conclude fermamente l’ex corridore Liquigas, più che mai intenzionato a fare chiarezza su questa oscura vicenda.