La mischia, quest’anno, è andata male: l’Italrugby non ha ruggito abbastanza, e l’anno che si va concludendo è stato, secondo tanti addetti ai lavori e appassionati, una delle annate peggiori nella storia recente della palla ovale tricolore e dell’intero movimento nostrano.
La Nazionale di Jacques Brunel ha evitato la caduta libera solo con i test match di novembre, dove si è leggermente ripresa, ma le batoste precedenti e un Sei Nazioni ampiamente insoddisfacente hanno procurato lividi e ammaccature molto spesse.
Eppure, il torneo con le altre potenze europee era iniziato bene, con le due mete di Michele Campagnaro che avevano fatto tremare il Millennium Stadium di Cardiff. Ma il Galles aveva reagito prontamente e la partita era finita 23-15. È sembrato il preludio a una stagione soddisfacente.
E invece, dopo un altro buon primo tempo con la Francia a Parigi, è arrivato il patatrac: 30-10 con i galletti e soprattutto il bruciante 20-21 nello scontro diretto dell’Olimpico contro la Scozia, con il drop vincente di Weir al 79’.
La sconfitta con gli Highlanders è di fatto l’apoteosi della disfatta, visto che contro Inghilterra e Irlanda arrivavano appena 18 punti, contro i 98 subiti.
Anche i test match di giugno, con la tournée nel Pacifico, sono culminati con una serie di prove incolore da parte degli uomini di Brunel, la cui panchina ha pericolosamente vacillato, complice anche le assenze pesanti di Favaro, Minto e Zanni (infortunati), Parisse e Castrogiovanni (tenuti a riposo).
Con Fiji e Samoa la squadra ha giocato senza mordente e senza motivazioni, cedendo addirittura nei confronti in mischia, da sempre fiore all’occhiello del gioco italiano. La gara con il Giappone poteva rappresentare la svolta, ma i nipponici hanno ulteriormente inveito sull’Italrugby, facendola retrocedere fino al 14° posto nel ranking.
Solo l’arrivo di novembre ha sortito effetti positivi,confermando così il cauto ottimismo post convocazioni. Gli italiani d’Inghilterra (Ghiraldini, McLean, Cittadini, Rizzo, Furno, De Marchi, Barbieri) hanno ben risposto agli stimoli del loro campionato; è tornata la triade del Benetton Treviso Favaro, Zanni e Minto.
E insieme al blocco delle Zebre, l’Italrugby ha ricominciato a macinare gioco e convinzione. I brunelliani risolgono, dapprima ottenendo contro Samoa la prima agognata vittoria stagionale e poi confermando gli importanti progressi contro Argentina e Sudafrica.
Con Pumas e Springboks arrivano due sconfitte, ma Brunel può tornare a sorridere: la sua Banda si è rimessa in moto, ed è ora pronta a scrollarsi di dosso le paure e i dubbi di quest’annata dura. L’anno che verrà, oltre al Sei Nazioni, prevede anche la Coppa del Mondo: lì sarà davvero vietato sbagliare.