Prosegue l’era di Novak Djokovic sul trono di Melbourne. Dopo aver abdicato lo scorso anno – costretto ad arrendersi alla grinta di Stanislaw Wawrinka, l’asso serbo fa nuovamente suo il suo Slam prediletto, gli Australian Open, conquistandolo per la quinta volta in carriera.
Vittima sacrificale sul cemento alla Rod Laver Arena è ancora una volta Andy Murray, arresosi in quattro set per 76 67 63 60 in poco meno di quattro ore di gioco.
Una sfida – il terzo atto a Melbourne tra il serbo e lo scozzese a Melbourne – divisa nettamente in due. Equilibrata, combattuta, una vera battaglia di fisico e nervi la prima parte, con i primi due parziali che si risolvono, difatti, solamente al tiebreak: il #al mondo ha la meglio nel primo caso, il #6 nel secondo.
Nella terza partita comincia bene Murray, che conquista subito il break in apertura. E’ un’illusione, perché è l’inizio di un crollo lento ma inesorabile, come tale si rivelerà al termine della gara. Djokovic ne approfitta e non lascia scampo all’avversario. Il match diventa così un monologo slavo, che inanella ben otto giochi di fila e, dopo l’ultimo set concluso col tondo punteggio di 6 a 0, può finalmente alzare le braccia al cielo e gioire per questo nuovo trionfo, che gli permette di consolidare maggiormente la vetta del ranking ATP.
Al termine della gara, Murray ringrazia i suoi sostenitori, ammettendo la superiorità dell’avversario. Dal canto suo, il britannico, pur reduce da tre finali perse sul suolo australiano, può consolarsi con il ritorno nella top 5 della classifica: da domani sarà numero quattro. Sorridente e pimpante Djokovic, che si complimenta con il vinto, congratulandosi per il match giocato e – scherza – per la sua nuova fidanzata.
Si conclude così l’edizione 2015 degli Australian Open, con i numeri uno al mondo – Djokovic e Serena Williams – che hanno palesato ancora una volta la loro superiorità sul campo. Piuttosto bene il bilancio italiano: se è vero che le donne – a cui spesso ci siamo aggrappati negli ultimi tempi – hanno parzialmente deluso – sono stati gli uomini a riscattarsi: memorabile e storico il successo di Fabio Fognini e Simone Bolelli nel torneo di doppio e certamente prestigiosa l’affermazione di Andreas Seppi su Roger Federer nei sedicesimi del tabellone di singolare.