Dopo Tavecchio, Lotito. In Lega Calcio domina il caos e dopo le ultime uscite del patron federale Carlo Tavecchio, nell’occhio del ciclone sta finendo il presidente della Lazio Claudio Lotito, a causa di un’intercettazione telefonica pubblicata sul proprio sito da Repubblica.
Nella telefonata incriminata Lotito parla con il direttore generale dell’Ischia, Pino Iodice: «Ho detto ad Abodi: se me porti su il Carpi… se me porti squadre che non valgono un c… noi tra due o tre anni non c’abbiamo più una lira. Se c’abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti?…»
L’interlocutore ha deciso di registrare la conversazione e di renderla pubblica perché, sostiene, il numero uno di Lazio e Salernitana continua a fare pressioni. Nella telefonata Lotito ne ha per tutti: minimizza sul valore e sul ruolo di Beretta in Lega A e di Macalli in Lega Pro, critica il presidente AIA Nicchi, poi si vanta di avere quasi la totalità dei voti tra i 20 club della massima serie.
E infine la conclusione, argomento i diritti tv. Un calcio violento alle ambizioni di serie A di alcuni club che stanno ben figurando nel campionato di Serie B di quest’anno, dal Frosinone alla capolista Carpi. Come a dire che gli interessi da tutelare sono quelli dei diritti tv, e non la meritocrazia sportiva.
Lotito prova a difendersi e discolparsi, asserendo che la sua è una lotta aspra contro un sistema conservativo, in nome di una gestione più trasparente del sistema calcio. Ma le reazioni sono state immediate: in primis quella del presidente Abodi, che su twitter ha assicurato «conta solo il campo e questo principio vale per tutti noi della B: 22 Club e la Lega!».
Il sindaco di Carpi Alberto Bellelli si mostra ferito per le frasi del presidente laziale: «se i vertici del calcio italiano credono che le squadre di provincia non possono andare in A, questo non è in linea con lo spirito dello sport. Il Carpi è una favola, e le favole non solo non fanno perdere diritti, ma fanno bene al racconto dello sport».