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Mondiali Sci Alpino: Italia, che disastro!

Nessun podio, nessun piazzamento tra i primi cinque. Non servirebbe aggiungere altro per descrivere i disastrosi Campionati Mondiali di sci alpino che la nostra nazionale ha disputato in Colorado, a Vail-Beaver Creek.

Una prestazione incolore come tale non si verificava, guarda caso, da Vail-Beaver Creek 1999: ebbene si, proprio sulle stesse piste, sedici anni fa, tornammo a casa per l’ultima volta senza alcuna medaglia. Nelle ultime quattro edizioni, da Bormio 2005 a Garmish 2013, avevamo sempre centrato la top ten nel medagliere: dal sesto posto dell’edizione casalinga di dieci anni orsono al settimo posto di Schladming 2013.

La stagione di Coppa del Mondo era stata più che dignitosa e le belle prestazioni di Stefano Gross, Dominik Paris e Nadia Fanchini potevano far ben sperare in risultati altrettanto dignitosi. Invece tutti hanno deluso le attese: Italia non pervenuta e Roberto Nani, gigantista ventiseienne, è il migliore degli azzurri con il suo sesto posto nell’ultimo weekend di gare.

Nonostante il presidente della Federazione Italiana Sport Invernali Flavio Roda ci tenga a precisare che tale risultato non rispecchi affatto il reale valore del nostro movimento, è pur vero che è proprio negli eventi clou, mondiali e olimpiadi, che si deve dimostrare le proprie capacità; perché, diciamocela tutta, una vittoria in Coppa del Mondo non è equivalente ad un successo nelle altre due competizioni.

Appare comunque ingiusto puntare il dito sull’uno o sull’altro atleta, ma piuttosto occorrerebbe indagare alle radici della debacle, magari in quella mancanza di carattere che i nostri atleti di svariate discipline mostrano proprio negli appuntamento clou, quelli che dovrebbe consacrarti sui palcoscenici internazionali.

Se è sbagliato bersagliare questo o quell’atleta, vediamo almeno qualche nota positiva, come il già citato Roberto Nani o Florian Eisath che nella stesa gara è stato capace di una rimonta tra prima e seconda manche dal ventiseiesimo all’ottavo posto. E tra le donne salviamo pure la giovane Marta Bassino, iridata juniores, che ha fatto vedere buone cose nonostante sia uscita nella seconda manche dello slalom gigante.

“Non è tutto da buttare”, quindi, come sostiene lo stesso Roda. E speriamo davvero che sia così e che si cominci a lavorare seriamente per il riscatto  immediato.

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