Il Parma Calcio è davvero al capolinea. Dopo le incresciose vicende societarie, con i giocatori senza stipendio e l’ultimatum sui pagamenti scaduto già da tre giorni, dall’Emilia rimbalza un’altra notizia tremenda: pare che non ci siano neppure i soldi per giocare.
Un’ulteriore mazzata, che fa giungere il culmine a una stagione fatta di bugie incastrate a bugie, con una proprietà che è passata di mano in mano senza che si vedesse in giro uno straccio di progetto di ricostruzione. I tifosi e l’intera città parmigiana sono al limite dell’esasperazione, e vedono ora materializzarsi il rischio del baratro assoluto.
Circola da stamane l’indiscrezione che la società non abbia il denaro necessario per organizzare la partita di domenica al Tardini contro l’Udinese. O meglio, si potrebbero pagare solo gli steward, l’azienda che fornisce l’energia, il personale delle ambulanze, e basta. Le casse del Parma sono ormai vuote.
Se la società gialloblù rischia di non poter organizzare la partita di domenica per mancanza fondi, figurarsi il resto: c’è il serio rischio che la squadra non possa neppure concludere il campionato. Se non arriva il finanziamento tanto sbandierato dal neo patron Manenti, la società sarà costretta a elemosinare per arrivare a fine stagione.
La Lega, da parte sua, ha tutto l’interesse a che il campionato si svolga regolarmente, e finirà per dare ancora un po’ di fiato alla società emiliana con il cosiddetto “paracadute” che spetta alle società retrocesse. Ma se poi il Parma dovesse davvero fallire, come si recupererebbero i soldi?
Anche ieri Giampietro Manenti ha assicurato tutti, dicendo che presto arriverà il famoso bonifico da 30 milioni di euro che dovrebbe ridare ossigeno alle casse societarie, consentendo di pagare tutti gli stipendi di tesserati e dipendenti, oltreché di riacquistare i pulmini e l’automobile pignorati dall’ufficiale giudiziario nei giorni scorsi.
Giocatori e tifosi aspettano, forse invano; dando credito specialmente alle dichiarazioni di Manenti: “mi sa che oggi o domani i soldi ci saranno”. In quel grottesco “mi sa” c’è tutta l’assurdità grottesca dell’attuale e non edificante situazione. A cui è da aggiungere il nervosismo fatto di minacce e insulti sui muri della villa di Carpenedolo dell’ex presidente Ghirardi e il nuovo malore che ha colpito il d.g. Leonardi.
Inoltre, su tutta la società pende la mannaia del fallimento e il successivo rischio di reato per bancarotta fraudolenta. Se dovesse fallire, il Parma dovrebbe addirittura ricominciare, all’asta, dalla Lega Dilettanti. Una storia finita davvero male.